Ammette l’adulterio per evitare l’accusa di spaccio

Meglio una crisi matrimoniale che il rischio di finire in carcere. Così, piuttosto che essere bollato come spacciatore di droga, l’imputato ha preferito dichiararsi adultero, spiegando al giudice la ragione della presenza di quel sacchetto di cocaina rinvenuto nel suo veicolo. «Avevo solo acquistato un paio di grammi per una seratina piccante con un’amica ; il resto della merce apparteneva alla spacciatrice che, alla vista dei carabinieri, per non finire nei guai me lo aveva lasciato in macchina».
Una verità scomoda per l’imputato, ma che ha convinto i giudici della corte d’appello a rinviare il dibattimento, per accertare la versione fornita dall’uomo, un medico milanese. Il quale era comparso in giudizio per difendersi dall’accusa di spaccio di stupefacenti che, in primo grado gli era costata una condanna a un anno e quattro mesi di reclusione.
La vicenda inizia quando il medico, mentre si trovava in una zona di Milano frequentata abitualmente da spacciatori, era stato fermato per un controllo. I militari, frugando nell’auto avevano rinvenuto un sacchetto con una certa quantità di droga, tale da non giustificare l’uso personale. Così era stato fermato e successivamente processato per spaccio.
A suo dire però la realtà sarebbe stata ben diversa. Nel senso che per render più effervescente l’incontro con l’amica, si sarebbe soltanto approvvigionato di un paio di dosi di cocaina.

Per ottenerla, si era rivolto ad una spacciatrice ma durante la compravendita erano arrivati i carabinieri e lei, per non rischiare di essere trovata con la consistente quantità di cocaina addosso, se n’era disfatta abbandonandola nell’abitacolo del medico.

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