dal nostro inviato
a Reggio Emilia
Si erano conosciuti da ragazzi a Sukth, una decina di chilometri da Durazzo. Lamore, le nozze, due figlie (Tiziana e Jole), la fuga in Italia in cerca di fortuna: la storia di Clirim Fejzo e Vjosa Demcolli è uguale a quella di tanti albanesi. Era arrivato prima lui, nel 2001, facendosi poi raggiungere dalle sue donne. Lavori precari da manovale. Appartamentino alla periferia di Reggio. Vita difficile. E la metamorfosi del bravo ragazzo che diventa violento.
La moglie sopporta. Deposita una denuncia. Ma alla fine dello scorso novembre i medici del pronto soccorso di Reggio Emilia e gli agenti di polizia che lavevano aiutata le consigliano di non tornare più a casa e la portano alla Casa delle donne gestita dallassociazione «Nondasola» in convenzione col Comune. «Si è presentata in ciabatte e con gli occhi pesti», raccontano Lucia Gardinazzi, presidente della Onlus, e la responsabile della casa Luisa Pavarini. Vjosa viene accolta nella struttura e assistita. Ottiene un lavoro come assistente agli anziani in una casa di riposo, trova un alloggio dove si sarebbe trasferita tra poche settimane. Le responsabili di «Nondasola», centro antiviolenza dove lavorano una quarantina di operatrici, la aiutano anche nella causa di separazione. E il 30 gennaio denunciano Fejzo per «i comportamenti violenti e vessatori» anche contro di loro: minacce di morte, pedinamenti.
Ma un cruccio attanaglia Vjosa Demcolli: vuole le figlie con sé. Il presidente del tribunale di Reggio ha invece deciso per laffido condiviso tra i coniugi, e con dimora prevalente a casa del padre. «Le figlie si sono sentite abbandonate dalla mamma - racconta lavvocato Galileo Conti - non volevano saperne di lei. Il giudice le ha sentite entrambe, a lungo e da sole, e ha deciso di lasciarle a casa del papà con lobbligo di vedere la madre due volte la settimana, martedì e giovedì. Da novembre sono andate quattro volte alla Casa della donna e avevano deciso che non ci avrebbero più messo piede». Diversa la posizione dellassociazione Nondasola: «È indecente e scandaloso un affido condiviso in caso di violenza», protestano le responsabili della casa delle donne.
Dopo le violenze, le figlie diventano così il terreno di scontro tra i coniugi, loggetto di un drammatico tiro alla fune.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.