Una parola chiave, un clic, pochi decimi di secondo. E tutti i ventimila avvocati milanesi da oggi possono accedere in tempo reale e gratuitamente alla banca dati dellAnagrafe comunale. In concreto, significa che possono conoscere immediatamente la residenza e il codice fiscale di ogni essere umano abitante a Milano. Tra pochi mesi conosceranno anche altri dati, come lo stato di famiglia.
La svolta è stata annunciata ieri a Palazzo di giustizia, con la firma di un protocollo dintesa tra lOrdine degli avvocati e il Comune, rappresentati rispettivamente dal presidente Paolo Giuggioli e dallassessore allo Stato Civile Stefano Pillitteri. Lintesa è stata salutata dal presidente della Corte dappello, Giuseppe Grechi, presente alla firma, come un passo avanti in quel percorso di automazione delle procedure indispensabile per riportare a liveli di efficienza decenti la macchina della giustizia «Che a Milano - spiega Grechi - vive una situazione disastrosa». Nel caso specifico, si tratta di consentire agli studi legali di individuare velocemente gli indirizzi cui notificare gli atti giudiziari. Inevitabile, però, notare che in questo modo vengono resi noti (non solo agli avvocati, ma anche ai loro clienti non sempre irreprensibili) gli indirizzi privati di chi non desidera che questo avvenga: una scelta controcorrente in tempi di tutela della privacy.
«Ma in realtà non cambia niente - ha risposto ieri a questa perplessità lingegner Nicola Marra, capo dellanagrafe comunale - perché già oggi questi dati sono pubblici per legge. Chiunque può rivolgersi ai nostri sportelli o al nostro sito e chiedere un certificato di residenza di un altro cittadino». E se questa informazione viene utilizzata per fini illeciti? «Il sistema prevede che, se il certificato non viene chiesto dal diretto interessato, le generalità del richiedente restino registrate in modo da poter risalire alla sua identità nel caso di abusi di qualunque tipo». Magra consolazione, una volta consumato l«abuso».
Ma il Comune ribadisce: la pubblicità dei dati è prevista per legge. «Daltronde vi sono altri elenchi anagrafici che sono ancora più disponibili - spiega ancora Marra - come quelli elettorali, che possono essere consultati da chiunque entri in un seggio, o le liste di leva».
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