Ancelotti si difende «Spero in Kakà ma Nesta è più utile»

GenovaPotrebbe scaricare le responsabilità di una sconfitta del genere sugli infortuni, su una squadra che non gira, su punti di riferimento che in campo mancano, su una difesa che prende gol alla prima occasione o, ancora, su un attacco che non punge. Carlo Ancelotti, invece, decide di fare il parafulmine e si addossa le colpe di un’altra domenica andata storta al suo Milan precisando che non teme l’esonero. «Quello che non è andato bene a Genova è il risultato - esordisce il tecnico rossonero -. Fa parte del momento delicato che sta attraversando la squadra ma non si dica che non funziona niente, perché non è la verità. C’è di vero che non siamo in un periodo di forma ottimale ma dobbiamo stare tranquilli».
Ma cosa c’è da stare tranquilli se il Milan è quello visto contro la Sampdoria? Ancelotti vede già la luce in fondo al tunnel e questo lo rende un pizzico più sereno: «Torneremo quelli di sempre, ne sono convinto. Ero molto più nervoso giovedì sera, dopo l’eliminazione dalla coppa Uefa, perché in quella competizione potevamo dire ancora qualcosa - spiega -. Adesso i risultati ci penalizzano e la condizione non è certo ottimale, ma dobbiamo stare tranquilli. Da oggi a fine campionato avremo la settimana intera per preparaci e puntare al nostro obiettivo che è il terzo posto».
Lo sguardo è già alla partita contro l’Atalanta, ma va analizzata la gara contro la Samp per comprendere lo scivolone di Marassi. «È stata una sfida delicata e giocata sull’equilibrio. Non mi sento di dire che la Sampdoria ci ha sovrastato nel gioco, semplicemente è stata molto più brava di noi nel concretizzare le occasioni. Mi resta il rammarico che si subisca gol facilmente. Adesso - prosegue il tecnico - dobbiamo far passare questo momento difficile e dobbiamo farlo con il minor danno possibile». A chi gli chiede se si sente il parafulmine di squadra e società risponde di non essere il capro espiatorio. «Siamo tutti responsabili di una situazione. Vedrete che ne usciremo presto e vedremo un altro Milan».
Contro i doriani mancavano Kakà, Ronaldinho, Ambrosini. Presto per sapere se almeno uno dei tre sarà recuperato già per l’Atalanta, anche se la loro assenza ha inciso sulla prestazione. Così come la prima rete subita sembra aver pesato sull’aspetto psicologico dei giocatori in campo: «Mi auguro di recuperare qualche infortunato già domenica prossima: spero in Kakà anche se in questo momento mi sarebbe più utile avere Nesta. Ronaldinho? Non si può allenare per una tallonite, non c’è nessun giallo - prosegue Ancelotti -. Per quanto riguarda l’aspetto psicologico pesiamolo il giusto: non abbiamo perso perché ci siamo demoralizzati». Quindi i cambi: «Tutti per ragioni tattiche - precisa il mister rossonero -. Favalli l’ho inserito perché era più fresco e poteva spingere sulla fascia, Emerson al posto di Beckham per dare l’opportunità a Pirlo di giocare più avanzato».


Mentre il Milan cerca di voltare pagina, sulla sponda blucerchiata di Genova ci si gode una delle poche giornate di gloria dell’intera stagione e la società si coccola i nuovi «gemelli del gol» Cassano e Pazzini. «Siamo felicissimi di avere creato questo binomio - commenta l’amministratore delegato Marotta -. Questi due ragazzi non sono solo un patrimonio della nostra società, ma possono esserlo anche per la Nazionale».

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