Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica
Dalla lettura delle carte emerge che per la principale fuga di notizie relativa all’esistenza del procedimento penale aperto dai pm Curcio e Woodcock su due talpe di polizia e carabinieri e sull’utilizzo di telefoni «dedicati» da parte di Alfonso Papa e Luigi Bisignani, a spifferare la notizia sarebbe stato Italo Bocchino, deputato del Fli. Lo sostiene con i pm Bisignani. Il suo amico Italo, però, nega. Almeno in parte.
«ITALO MI HA INFORMATO...»
Interrogato il 9 marzo scorso, Bisignani mette un paletto sulla fonte segreta che gli avrebbe spifferato la notizia su una delicata inchiesta a Napoli che lo riguardava. «Mi chiedete da chi io abbia appreso dell’esistenza delle intercettazioni telefoniche. A tale domanda vi rispondo che un giorno l’onorevole Bocchino, mio caro amico, mi disse di aver appreso che Papa era indagato e che a Napoli c’era un’indagine e delle intercettazioni che riguardava alcune schede (telefoniche, ndr) procurate dal Papa. In quel frangente anzi mi chiese se anche io avessi avuto una di tali schede: Bocchino parlò espressamente di un’indagine di Napoli ma non mi fece il nome dei magistrati: io rappresentai immediatamente la circostanza al Papa e il Papa successivamente fece ulteriori accertamenti verificando la fondatezza di tale notizia». E ancora. Interrogato il 14 marzo 2011 Bisignani rimarca: «Fu Bocchino a dirmi che Papa aveva problemi con la giustizia e che utilizzava schede che erano state intercettate. Bocchino mi disse di Papa ritengo senza sapere che io a mia volta avevo problemi con riferimento alle vicende delle schede. Io assunsi un atteggiamento fintamente tranquillo e volontariamente non diedi a vedere che ero preoccupato, anzi dissi che io non avevo utilizzato le suddette schede e mi rivolsi subito a Papa per contestargli quanto avvenuto».
«...NO, GIGI RICORDA MALE»
Lo stesso giorno il vice di Fini finisce in procura. È chiamato a discolparsi dalle dichiarazioni di Bisignani. «A tale domanda rispondo che l’affermazione del Bisignani risulta imprecisa e che il Bisignani abbia riassunto più colloqui. Ricordo che in un primo tempo io mi limitai a dire al Bisignani che vi erano delle voci generiche e vaghe su talune attenzioni giudiziarie sull’onorevole Papa da parte della procura di Napoli. Ricordo invece che della vicenda delle schede intercettate parlai con Bisignani successivamente, dopo che tale notizie era uscita sui giornali. In precedenza erano solo rumors (...). Ricordo di aver parlato con Bisignani della vicenda, da dicembre ultimo scorso a oggi, forse 4 o 5 volte. Ricordo che il Bisignani si mostrava preoccupato e che era ancora più preoccupato del fatto che Alfonso Papa sottovalutava la questione».
CONFRONTO ALL’AMERICANA
Chi mente fra Bisignani e Bocchino? I magistrati procedono a un confronto all’americana fra i due vecchi «amici». Bisignani: «Confermo quello che ho già detto. Ti ricordi che presso la Galleria Sordi, prima che la notizia fosse uscita sulla stampa, mi dicesti che avevi raccolto notizie sul fatto che vi era un’indagine che aveva a oggetto le schede telefoniche di Papa. Ricordo bene che tu, preoccupato, in quanto sei mio amico, mi chiedesti se per caso non avessi anche io usufruito delle schede di Papa. Io mentendo ti dissi di no e ricordo che ne fosti molto sollevato. Nel senso che recepisti che io non ero coinvolto in questa storia». Bocchino: «La circostanza che tu mi hai riferito in sé è esatta ma la collochi in un momento sbagliato. È vero che ti dissi dell’indagine sulle schede di Papa e che verosimilmente ti chiesi se per caso anche tu le avessi utilizzate. Tuttavia ciò avvenne in un momento successivo alla pubblicazione di questa storia». Bisignani: «Io ricordo che mi hai detto questo fatto in epoca precedente».
GIANNI LETTA E LE «NOTIZIE»
Ma chi è davvero Bisignani? Il sottosegretario Gianni Letta il 23 febbraio taglia corto: «Bisignani è una persona estroversa, brillante e ben informata ed è possibile che qualche volta dica di più di quello che sa. Bisignani è un amico di tutti. Bisignani è l’uomo più conosciuto che io conosca. Bisignani è un uomo di relazione». Stando alle informazioni sull’inchiesta ricevute da Papa, Bisignani si sarebbe attivato col braccio destro del Cavaliere per informarlo - sono parole di Bisignani - di «tutte le vicende giudiziarie che potevano riguardarlo direttamente o indirettamente (...) Sicuramente parlavo e informavo il dottor Letta delle informazioni comunicatemi dal Papa, e in particolare di tutte le vicende che potevano riguardarlo direttamente o indirettamente come la vicenda riguardante Verdini, come la vicenda inerente al procedimento che riguardava lui stesso (cioè il Letta) e il Chiorazzo e come, da ultime, la vicenda inerente al presente procedimento».
TRA CASTELLI E PERA
L’idea della procura, non recepita dal gip, è che Papa venne candidato per le sue «benemerenze informative» grazie all’intercessione di Bisignani e alle pressioni su Letta. Quest’ultimo, il 23 febbraio, spiega ai pm: «Conosco l’onorevole Papa che ho conosciuto quando era al ministero della Giustizia con Castelli e con Mastella. Ricordo che un giorno Papa mi disse che aveva aspirazioni politiche. In seguito di Papa e delle sue aspirazioni politiche mi parlò anche Bisignani. Io rappresentai tale aspirazione a Berlusconi che mi disse di aver ricevuto molte altre sollecitazioni riferite sempre a Papa. Dopo l’elezione a deputato Papa mi chiese di fare il sottosegretario ma non è mai stato accontentato». Bisignani, a verbale, ha confermato. Aggiungendo che tra gli sponsor di Papa c’erano stati anche Castelli e Pera, e che Papa gli chiese aiuto per elezioni: «Conobbi occasionalmente il Papa e strinsi rapporti con il Papa quando ebbi alcuni problemi giudiziari con la procura di Nola riferiti alla Tucci, cui io ero legato (...); da quel momento il Papa cominciò a proporsi per darmi notizie. Lui da una parte si proponeva e proponeva di adoperarsi nel mio interesse e dall’altro mi dava indicazioni spesso infondate». In cambio delle informazioni «Papa chiese di appoggiare la sua candidatura alle elezioni del 2008 e io vi dico che effettivamente ne parlai con Verdini che compilò le liste».
MASI E I PM DI TRANI
Il deputato del Pdl, sempre a sentire Bisignani, si sarebbe interessato anche all’inchiesta sull’ex direttore generale della Rai Mauro Masi. «Ancora il Papa, sempre tramite me, si è proposto di interessarsi di prendere notizie e di intercedere anche a proposito delle vicende giudiziarie riferite a Masi per ciò che riguarda la procura di Trani. Papa venne da me e mi disse di avere acquisito informazioni rassicuranti e io le “girai” al Masi. Papa aveva saputo che non c’era da preoccuparsi».
ARPISELLA, ANCORA LUI!
Il portavoce della Marcegaglia, Rinaldo Arpisella, noto per non aver capito lo scherzo del vicedirettore del Giornale Nicola Porro sul (fantomatico) dossier della presidente di Confindustria, spunta tra le note dell’ordinanza. Interrogato l’8 febbraio così si esprime su Bisignani: «Non so se abbia una formale collocazione istituzionale. Non c’è dubbio che sulla base di quello che ho avuto modo di apprendere da molti e dalla mia diretta esperienza, il ruolo di Bisignani è di grande influenza in taluni apparati istituzionali».
IL TEATRO DI BARBARESCHI
A proposito di faccende culturali l’attore-deputato Luca Barbareschi rivela perché si rivolse a Bisignani: «Mi sono rivolto anche a Bisignani per chiedere un suo interessamento in merito a una mia nomina a direttore artistico del teatro Stabile di Roma. Di fatto non è riuscito a ottenere nulla. Bisignani è persona che è al centro di molte relazioni e ha fama di essere un soggetto che può arrivare dovunque».
FINMECCANICA E NON SOLO
Il presidente del colosso aeronautico, Piefrancesco Guarguaglini è lapidario: «Bisignani? Un lobbista». Più articolata la versione di Lorenzo Borgogni, direttore delle relazioni esterne di Finmeccanica, al quale Bisignani fece arrivare, tramite un amico comune (Galbusera) informazioni su una indagine che lo riguardava: «Mi fece dire che potevo stare tranquillo».
LA CASA DI CASALE
L’ordinanza tratta anche un episodio di Papa «ai danni di Vittorio Casale», l’immobiliarista arrestato due giorni fa e considerato vicino agli ex Ds. Casale, interrogato a febbraio, ha infatti dichiarato che Papa «ha disponibilità, da almeno un paio d’anni, di una piccola casa a Roma, in via Giulia, il cui affitto è pagato da me».
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