Altro che dialogo, servono visione e coraggio. Via Padova è lastricata di buone intenzioni, ma senza una chiara visione dell'islam milanese, e una coraggiosa scelta sul tema moschee, non si mettono in cantiere che pasticci. La giornata di ieri ne è la prima lampante conferma. Dal campo parrocchiale di via Cambini alla Fabbrica del Vapore è tutto un trionfo di sorrisi e strette di mano. I musulmani di via Padova accolgono entusiasti la vicesindaco fasciata dal suo bel velo rosso. E con lei il decano del dialogo interreligioso, don Gianfranco Bottoni.
Eppure il vero dato del giorno è un altro, ed è una doppia resa: Palazzo Marino rinvia sine die o archivia definitivamente la «grande moschea», e rincorre il centro di viale Jenner, che ha esercitato sulle comunità islamiche cittadine una spropositata egemonia mediatica, agevolata da episodi non certo edificanti, come la condanna per terrorismo del suo ( ormai ex) imam. Errori e confusione hanno un'unica matrice. L'ideologia «del dialogo»va bene per i proclami,e va bene all'opposizione. Ma presenta un difetto: la realtà non obbedisce ai principi. Nel programma elettorale il centrosinistra prometteva «la realizzazione di un grande centro di cultura islamica che comprenda, oltre alla moschea, spazi di incontro e aggregazione ». La realtà si è presa la briga di far recapitare a Palazzo Marino un messaggio che a molti appariva già chiaro: i centri islamici non sono tutti uguali, e non sono parrocchie. Sono mondi diversi per etnia, cultura e orientamento religioso. Dentro poi ci sono cittadini modello. Ma purtroppo ci sono anche integralisti e potenziali kamikaze.
I centri islamici sono mondi che spesso non si parlano né hanno intenzione di farlo. La giunta poteva capirlo quando il più importante di questi, la Casa della cultura islamica, che da 30 anni riunisce e guida migliaia di fedeli, ha giustamente disertato un pomposo «coordinamento»dei centri musulmani privo di ogni capacità rappresentativa. Lo ha intuito l'altra sera,quando il direttore di viale Jenner, Abdel Shaari, è andato su tutte le furie - minacciando la rottura - perché la Guida ha annunciato l'intenzione di visitare i «moderati» di via Padova.
Ed è qui che si è consumato il secondo pasticcio: piuttosto che rivendicare la scelta e puntare tutto sulla sua carica simbolica - premiare chi rispetta le regole (varrebbe anche con i centri sociali) - la
Guida spedisce in fretta e furia il collega alla Sicurezza, Marco Granelli, a tappare il buco mediatico- diplomatico di viale Jenner. E a rassicurare che tutti sono uguali, basta dialogare. E tanti saluti alla realtà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.