Maggioranza ed opposizione unite. A metterle d'accordo ci ha pensato l'esecuzione di Bella Ciao prima ancora di Fratelli d'Italia: in pratica l'inno «della sinistra» che precede quello degli italiani. È successo il 16 marzo scorso nel municipio IV Media Valbisagno durante l'inaugurazione di una piazza di Molassana dedicata all'Unità d'Italia, di fronte al Sindaco di Genova Marta Vincenzi e all'assessore ai servizi demografici Veardo. Il consigliere del Popolo della Libertà Valenza assiste e si arrabbia: lui non ci sta, vorrebbe ribellarsi ma non vuole rovinare l'importante celebrazione e per rispetto decide di astenersi. Confondere la memoria dei partigiani con quella del risorgimento però è davvero troppo, e così ieri, alla prima riunione disponibile, porta la questione in consiglio.
«In quel modo spiega ai presenti invece che celebrare l'unità avete esaltato la divisione. Bella ciao non ha nulla a che vedere con tutto questo: chi lo nega non conosce la storia». «Si è trattato solo di fare propaganda elettorale accusa - in una situazione che non appartiene né alla destra né alla sinistra. A questo punto mi chiedo se d'ora in poi suoneranno questa canzone a tutte le prossime inaugurazioni: chiedo al presidente Gianelli (di Rifondazione Comunista) di evitare che ciò accada ancora». L'Italia dei Valori è d'accordo: «Non si può che condividere. È stata solo una forzatura» racconta attraverso il capogruppo Giuseppe Risso. Dello stesso avviso anche alcuni consiglieri Pd, tra questi Anna Angrisani: «Ritengo che non fosse né necessario né giusto, io mi riconosco nel brano ma la cosa non era adatta al contesto. È stato proprio fuori luogo: ritengo che il responsabile sia un esterno, non uno del mio partito, ma come consigliere Pd non posso che prenderne le distanze».
Più critico Domenico Morabito del Gruppo Misto, entusiasta promotore della proposta di riqualificazione che ha poi portato alla realizzazione dello spazio: «Spiace, certa persone non perdono occasione per dimostrare quello che sono». Poco dopo però gli schieramenti tornano ad essere divisi e l' atmosfera si infiamma sull'ordine del giorno: bisogna discutere ed esprimersi sulla proposta di Tursi per le e modifiche al piano generale degli impianti pubblicitari. A sorpresa il consiglio decide di rispedirla al mittente in segno di protesta malgrado Pdl e Lega Nord si oppongano con forza e l'Idv lasci la sala. «Manca il tempo materiale per esaminare quanto ci è stato inviato. Siamo alle solite: il Comune, volutamente, non rispetta i tempi, ormai sembra che i municipi siano solo una facciata», esprime con rabbia e rassegnazione il Pd locale. Alessio Bevilacqua (Pdl), presidente della commissione I affari istituzionali sottolinea come non sia stato neppure informato dal Municipio: «Non sapevamo nulla, siamo davvero allo scontro istituzionale».
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