Ma basterà poi un governatore leghista? Non è che Luca Zaia il trevisano e Flavio Tosi il veronese, i due candidati alla poltrona di candidato, saranno già un po troppo lombardocentrici, visto che militano sul Carroccio? Signore e signori benvenuti in Veneto, dove se sei nato a Legnago uno di Vittorio Veneto ti domanderà con un po di disprezzo: «Situ dea bassa?», e un veneziano te lo dirà in unaltra lingua: «Te xì miga dea bassa?», ché cè un dialetto per ogni area geografica, qui, e da Bassano a Padova le aree sono almeno sette. La Lega sembra il minimo, non il massimo comun denominatore, in questa terra di rivendicazioni indipendentiste che si autoalimentano nel mito dellautodeterminazione. Per dire.
In vista delle prossime Regionali, il «Partito nasional veneto», Pnv, ha annunciato che farà le primarie per scegliere il proprio candidato alla presidenza della Regione. Quanto a quelli della «Liga Veneta Repubblica», che si chiamano così perché il nome «Liga Veneta» senza suffissi appartiene alla Lega Nord e Umberto Bossi li ha già trascinati in tribunale un po di volte per riaffermarlo, il loro slogan è: «Veneti sì, padani no. Veneto e basta».
Non è questione di scavalcare il Senatùr a destra, tantè vero che la «Liga Veneta Repubblica» non disdegna alleanze a sinistra, se serve, e cè pure un gruppo, l«Unità popolare veneta», che si ispira al basco Batasuna. È questione, semplicemente, di essere oltre la Lega Nord. Si capisce poi che, così dicono i suoi, lUmberto non si fidi granché dei veneti. Era il 12 maggio 1997 quando gli otto «Serenissimi», braccio operativo del «Veneto Serenissimo governo», armi in pugno occuparono piazza San Marco issando la bandiera del Leone sul Campanile, in una crociata, dissero, contro lantica annessione del Veneto al Regno dItalia, sì, ma anche contro quella recente allo «Stato padano» di cui Bossi aveva annunciato di voler proclamare lindipendenza nel settembre successivo. Bisogna partire da lì, perché da allora poco è cambiato. Non a caso la Liga, nata nel 1980, sarà pure la «madre di tutte le leghe», quelle che Bossi riunì su un unico Carroccio, ma il Carroccio i suoi 25 anni li ha celebrati col compleanno della più giovane Lega Lombarda.
Il viaggio nella galassia dellautodeterminazione lo ha fatto Francesco Jori, trentanni di carriera giornalistica proprio nel Nordest, ex inviato speciale e vicedirettore de Il Gazzettino, oggi editorialista dei quotidiani del Nordest del gruppo Lespresso. Quello che colpisce, nel frastagliato panorama che descrive (Dalla Lega alla Liga, ed. Marsilio), sono le date. Perché se nessuno dei movimenti della prima ora sè ancora arreso, gli altri hanno iniziato a proliferare in anni recenti, dal 2002 a oggi. Jori ne ha contati tredici, ma precisa come sia impossibile dar conto in modo esauriente di tutte le sigle «del venetismo». Se solo «Progetto Nordest» ha una rappresentanza istituzionale significativa, con un consigliere regionale e quattro alla Provincia di Treviso, la vitalità degli altri si misura al di là dei consensi elettorali, dallopera di tessitura del Pnv, che mira a far convergere tutti i movimenti autonomisti regionali e «al referendum per lindipendenza della Venetia», al «Veneto Serenissimo Governo» che, scrive Jori, guidato dallex Serenissimo Fausto Faccia e «mai di fatto chiuso dopo levento di piazza San Marco del 1997, ha ripreso visibilità il 20 luglio 2008, proclamando la continuazione della Veneta Serenissima Repubblica», con tanto di Radio, sulla quale «dal 13 marzo 2009, ogni venerdì, Luca Peroni racconta la sua avventura, storia di un Serenissimo che liberò San Marco». E poiché qui inevitabilmente le rivendicazioni indipendentiste si fondono con la difesa delle radici, alle sigle più politiche come «Veneto Libero», che contesta lannessione del 1866 o «I Veneti», che vuole lautogoverno, si affiancano associazioni culturali come «Raixe venete», che coordina 52 associazioni con tanto di bimestrale e sito web, «Milizia veneta», che dal 2002 celebra fatti e personaggi storici della Serenissima, e «Par San Marco», nata nel 2004 per «far rinascere i valori spirituali del popolo veneto».
Ma tutto il mondo è paese e non mancano le lotte di potere. Tanto per cominciare i governi sono due: oltre al Veneto Serenissimo Governo ce il «Governo del popolo veneto», fa riferimento a «Life», movimento creato dallex leghista Fabio Padovan, ed è guidato da Daniele Quaglia, eletto in regolari, si fa per dire, «elezioni del popolo veneto».
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