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Anche gli islamici più intransigenti commossi: «Sembra un musulmano»

nostro inviato a Istanbul

E ora ad apprezzarlo sono soprattutto quegli islamici che nelle scorse settimane tanto avevano osteggiato la sua visita. Quando il Pontefice è entrato nel tempio costruito dal sultano Ahmet Camii, in molti uffici la gente ha smesso di lavorare e si è riunita davanti ai televisori. «Era come se stessero trasmettendo la finale della Coppa del Mondo di calcio», racconta Hysegir Goncar, giornalista di Zaman, ovvero del principale quotidiano islamico del Paese. La tensione in un silenzio irreale; poi solo sorrisi. «Era da molto tempo che non vedevo gente così commossa. Io stesso vengo da una famiglia religiosa e conservatrice, ma oggi mi sento davvero felice».
Il Papa ha sedotto tutti, compresi i nazionalisti. Ieri mattina tutti i quotidiani laici pubblicavano la foto, scattata mercoledì mattina a Efeso, che lo mostra mentre alza un’enorme bandiera nazionale, rossa con la mezzaluna e la stella bianca. Uno dei quotidiani più importanti del Paese, il liberale Hurryet, ha addirittura aperto la prima pagina con la frase pronunciata da Benedetto XVI, nella lingua ideata da Atatürk: «Io amo la Turchia».
Che i primi due giorni della visita fossero andati al di là delle più ottimistiche previsioni era noto. Ma mancava la prova più difficile, a Istanbul, ex capitale dell’impero ottomano: la visita nella moschea, la seconda compiuta da un Pontefice dopo quella compiuta da Giovanni Paolo II nel 2001 in Siria. E Ratzinger, il timido, impacciato Ratzinger, che tanto rancore aveva provocato poche settimane fa con l’infelice citazione su Maometto durante il discorso pronunciato a Ratisbona, si è trasformato in un raffinatissimo comunicatore. Non ha sbagliato una mossa.
«Lo abbiamo apprezzato moltissimo quando si è tolto le scarpe prima di varcare il portone d’ingresso, come facciamo noi - continua Goncar - ma poi ci ha lasciato a bocca aperta quando ha accettato di raccogliersi con il muftì e si è messo a pregare». Un gesto che però poteva prestarsi a una doppia interpretazione: molto positiva o irrispettosa, considerando l’ipersensibilità di certi ambienti islamici. Eppure ieri nessuno ha avuto dubbi: quella silenziosa invocazione al Dio cristiano in uno dei più grandi templi di devozione al Dio musulmano, trasmessa centinaia di volte durante la serata dalle tv turche, ha provocato solo commenti entusiastici. «È stata una splendida sorpresa», «Molto meglio del previsto», «Ha compiuto un gesto che scioglie le tensioni tra Islam e Cristianità e può aprire una nuova fase dopo i tormenti generati dall’11 settembre», erano le frasi che rimbalzavano da un canale all’altro.


E in questo clima c’è addirittura chi ha esclamato, nella redazione di un altro giornale islamico, Yeni Safak: «Ma sembra un musulmano!». Quell’uomo vestito di bianco e con la croce d’oro ben in vista sul petto ha fatto davvero centro.

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