Anche l’ex Arcivescovo di Canterbury si scaglia su Mosley

George Carey contro l’Alta Corte di Londra: «Così si impediscono inchieste giornalistiche»

L’ex Arcivescovo di Canterbury è sempre stato un tipo particolare. Tollera i divorzi, le persone divorziate (con gran sollievo del figlio, appartenente a questa cateogoria) e le seconde nozze dopo una separazione: ha spinto perché Carlo d’Inghilterra sposasse Camilla.
Ma che si ergesse a paladino della libertà di stampa, è cosa nuova. Certo, non è la prima volta che sfrutta gli spazi dei quotidiani inglesi per esprimere le proprie idee: è successo nel 2006 con il Guardian, il Sunday Telegraph, l’Independent e perfino col Times.
Ieri George Carey è tornato a farsi sentire: con una lettera ha pesantemente criticato la decisione dell’Alta Corte di Londra in merito alla sentenza sul caso Mosley.
I giudici hanno riconosciuto che nel caso del presidente della Fia si è violata la privacy del cittadino, negando tra l’altro che l’orgia fosse a sfondo nazista.
«È un pericoloso precedente. La sentenza impedisce inchieste giornalistiche su questioni di chiaro interesse pubblico» ha scritto Carey. Poi la frase di cui dicevamo sopra: «La prima vittima è la libertà di stampa».
L’alto prelato, 11 anni a capo della Comunione Anglicana (tra il 1991 e il 2002), si dice «profondamente rattristato: in questo modo si legittima un comportamento indicibile e indecente». In particolare, Carey è preoccupato delle conseguenze future di questa sentenza: «In passato un personaggio pubblico sapeva che un comportamento scandaloso e immorale avrebbe avuto gravi conseguenze per la sua immagine pubblica. Adesso si può avere la botte piena e la moglie ubriaca».
Non sappiamo se sia il caso di Max Mosley, di sicuro lo è per il News of the World: vi ricordate quale tabloid pubblicò lo scoop e le immagini del presidente della Fia? Esattamente lo stesso che ora dà spazio alle parole di Carey in difesa della libertà di comunicazione...
Intanto, approfittando della sentenza in questione, Mosley ha deciso che la vittoria giuridica sul tabloid che l’ha rovinato non gli basta: vuole tutto. Mentre aspetta i circa 76.000 euro di risarcimento (che però devolverebbe in beneficenza) dal News of the World, è intenzionato a passare al contrattacco.
Questo il Mosley-pensiero: «Si sono appropriati della mia immagine e della mia dignità. Non riesco a capire come alcuni giornali riescano a rovinare la vita della gente in questo modo, bisogna fare di più per fermare tutto questo». Ora avrebbe dato mandato ai suoi avvocati di querelare diverse aziende in Francia, Germania e pure Italia che «senza il suo consenso, hanno dato spazio a fotografie o immagini intrusive» dell’orgia sadomaso.


Ormai sono passati quattro mesi dallo scandalo. Conosciamo a memoria il video incriminato ma Mosley preferisce non lasciare che le acque si calmino e che la storia venga dimenticata, vuole prolungarla anche nei tribunali europei: poveri noi.

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