Anche Lenin si fermò sulle porte del Bolshoi

La sanità ligure è un pozzo senza fondo di finanziamenti.
La qualità delle rappresentazioni è bassa. A guardare le percentuali d'uso di certi strumenti non si può dire che in molti reparti l'orchestra suoni più di tanto.
In fin dei conti a Milano c'è il San Raffaele, riconosciuto centro di eccellenza, che non è troppo distante dalla Scala.
Quindi, se i parametri per chiudere il Carlo Felice sono quello economico e la voglia di lavorare dei dipendenti, abbiamo anche risolto il problema dei posteggi: leviamo San Martino e facciamoci un silo di Genova Parcheggi, che non vede l'ora. Anzi, eccome se la vede: a due euro! È un orrore paragonare la salute con la lirica?
Sì, se l'uomo fosse solo un insieme di organi. Ma allora è giustificato uscire la mattina, percuotere il primo che passa per rubargli la spesa e tornare a casa: per oggi siamo a posto.
La cultura è l'unico prodotto italiano non delocalizzabile esportato ovunque e La Lirica ne è una componente essenziale. Dappertutto si rappresentano le nostre opere. Il simbolo del nuovo mondo, a Sidney, è l'Opera House: a luglio ci sono Aida e la Manon. Sapete? Le hanno scritte due italiani.
Un medico parigino, conosciuto la scorsa estate, non sapeva nulla della città solidale, del Genoa gay pride, della moschea al Lagaccio, dell'orinatoio della Commenda, della mafia «ah-no-non-ho-detto-mafia», delle prostitute che fanno rispettare l'ordine nei vicoli, delle gang di latinos a Sampierdarena, cioè di tutte le bellezze con cui le amministrazioni di sinistra promuovono Genova nel mondo da 35 anni con la complicità del maniman dei genovesi.
Ma conosceva il Teatro dell'Opera Carlo Felice. La questione, quindi, non è quanto costi ma cosa rappresenti un Teatro lirico per la sua comunità.
Cioè per noi, non per la commistione tra l’ultratrentennale amministrazione di Leningenova e lo Spaps (sindacato-prima-annullata-per-sciopero) che lo ha portato allo sfascio.
La questione è quanto valga spendere dei soldi solo per averlo lì, funzionante.
La questione è se valga avere l'encilopedia in salotto, anche se ne leggo poche righe ogni tre mesi.

Ma la questione, assai più grave, è che perfino Lenin fermò i bolscevichi sulle porte del Bolshoi.
Secondo me dobbiamo levarci dai piedi (la signora) Lenin ed i bolscevichi prima che sia troppo tardi. Non chiudere il Bolshoi.

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