Anche Montezemolo boccia il Professore

Ieri il gelo per le dichiarazioni. In serata vertice a Palazzo Chigi

Antonio Signorini

da Roma

Domenica sera il presidente del consiglio Romano Prodi ha telefonato a Luca Cordero di Montezemolo e si è congratulato per la doppietta delle Ferrari a Hockeinheim. Ma sui giornali di ieri mattina, il presidente del Consiglio non ha trovato la «gioia e commozione» di Palazzo Chigi per la vittoria delle Rosse. Il suo nome è stato sì associato a quello del presidente di Confindustria, ma a pagina due del Wall Street Journal, in un articolo che dà conto della delusione degli industriali nei confronti del governo. Un’intervista al quotidiano della comunità d’affari internazionale nella quale Montezemolo boccia i primi mesi di governo della sinistra ed esprime dubbi sulla sua reale capacità di fare qualcosa in futuro. Nell’intervista le frasi virgolettate del leader degli industriali sono poche. Ma l’attacco è netto e supera d’intensità tutte le critiche che lo stesso Montezemolo ha riservato al precedente esecutivo di centrodestra.
«In questi due mesi, non ho visto un solo sforzo reale di riduzione della spesa. Alle stesso tempo le tasse sulle imprese sono aumentate». Colpa di una coalizione di governo formata da nove partiti la cui «coesione politica è debole», ha osservato mostrandosi pessimista sulle capacità di recupero dell’esecutivo su quelle che dovrebbero essere le priorità: promuovere la crescita e tagliare le spese.
Il primo giudizio degli industriali su quello che ha fatto il governo e su quello che potrebbe fare in futuro è «deprimente», osserva l’autore dell’articolo. Anche perché questo governo - e queste sono parole di Montezemolo - «sembra avere poco rispetto per il mercato e pochi riguardi per il ruolo delle imprese».
Parole dure, che lo stesso Montezemolo ha spiegato meglio ieri sera poco dopo aver incontrato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e Prodi a Palazzo Chigi, ufficialmente per parlare della prossima missione politica ed economica in Cina. «Ho detto - è stata la precisazione - che ci sono settori della maggioranza di governo che hanno scarso senso del mercato e poco rispetto per il ruolo dell’impresa. L’impresa e il mercato devono invece essere i veri punti di riferimento per una politica di sviluppo». Per il resto nessuna rettifica.
La delusione per i primi giorni di governo c’è. C’è anche l’attesa per la legge Finanziaria, ma l’entusiasmo è frenato dal giudizio sui primi passi. Come quello «timido» delle liberalizzazioni, qualcosa, quindi, «che è essenziale per la crescita futura del Paese. Io penso - ha aggiunto - che sarà molto difficile per il governo far progredire le liberalizzazioni più pesanti a causa delle divisioni interne» alla maggioranza.
Le critiche di Montezemolo sono state accompagnate da un insolito silenzio del governo e della maggioranza. Soddisfazione nella Casa delle libertà, anche se diversi esponenti di centrodestra hanno interpretato le frasi del presidente Fiat come un intervento tardivo. «Peccato che fino al 10 aprile non abbia capito nulla di quello aspettava l’Italia», ha osservato Osvaldo Napoli, deputato di Forza Italia.

L’auspicio di Benedetto della Vedova, portavoce dei Riformatori Liberali, è che ora le grandi imprese e la stampa passino «da un sostegno acritico al governo Prodi ad una più ragionata critica di quanto una maggioranza ipotecata dalla sinistra massimalista e sindacale sta facendo e, ancor più, non sta facendo».

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