La campagna acquisti del 2007 mette a rischio la redditività delle grandi banche italiane. È questo il commento di Moodys nella sua nota settimanale alla trimestrale shock di Unicredit. Lagenzia di rating, infatti, ha evidenziato come la perdita monstre di 10,6 miliardi nel periodo luglio-settembre sia stata determinata da 8,6 miliardi di svalutazioni di avviamenti di acquisizioni e come il risultato operativo (1,8 miliardi) sia stato equivalente allaumento delle perdite su crediti.
Di qui la decisione di Moodys di mettere il giudizio «A2» sotto osservazione per un possibile downgrade. Come ha scritto il Giornale giovedì scorso, il capitolo avviamenti non riguarda solo Unicredit che ha «scontato» limpatto di Capitalia e dello shopping in Kazakhstan e in Ucraina. Le acquisizioni pre-crisi potrebbero mettere a rischio anche i rating della Mps («Baa1») guidata da Giuseppe Mussari e del Banco Popolare («Baa2») di Pier Francesco Saviotti.
Il goodwill di Antonveneta pesa oltre 6 miliardi su Rocca Salimbeni, mentre lincorporazione di Bpi ha lasciato nel bilancio un avviamento di 4,3 miliardi. «Con uno scenario macro difficile e con un quadro regolamentare sempre più severo - sottolinea Moodys - per questi istituti potrebbe essere difficile riuscire a ottenere sinergie significative da queste acquisizioni», soprattutto se le banche acquisite si rivelano «deboli». Si prevedono perciò «ulteriori pressioni sulla profittabilità».
Lagenzia di rating non critica la scelta dellad di Unicredit, Federico Ghizzoni. In un certo senso, si mette in evidenza lonestà nei confronti del mercati: alcune acquisizioni non sono in grado di rendere secondo le attese.
Anche Mps e Banco nel mirino di Moodys
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