Anche il Piemonte litiga, ma va a Roma

In nome della Liguria, litiga anche il Piemonte. E fa cadere anche l’ultima delle scuse possibili addotte dalla giunta Burlando per non mandare a Roma il gonfalone. «Vedremo se ci vanno altre Regioni, Regioni di centrosinistra», avevano provato a giustificarsi in maggioranza. Ieri anche il Piemonte ha votato un ordine del giorno dell’opposizione (primo firmatario Giampiero Leo di Forza Italia) che ha sfogliato la Margherita e abbattuto Ulivo e rami vari. Ventitré voti contrari e ventisei a favore hanno fatto passare il documento che consente l’adesione del Piemonte al Family day. In che forma? «La Liguria manda il gonfalone, noi non speriamo tanto - aveva detto ottimisticamente l’opposizione -. Deciderà l’ufficio di presidenza». Non sapevano quello che è accaduto in Liguria, dove persino l’indicazione forte e chiara dell’ufficio di presidenza e dei capigruppo è stata calpestata dalla giunta.
«Davvero? È scandaloso - osserva il consigliere leghista del Piemonte Oreste Rossi -. Ma anche qui da noi non si è scherzato. In aula la Margherita ha dato 6 voti favorevoli e 1 contrario. A quel punto il questore del consiglio, Vincenzo Chieppa dei Comunisti Italiani, ha pesantemente insultato una collega della Margherita.

Abbiamo sospeso il consiglio e alla ripresa ho chiesto che Chieppa venga rimosso: fa il questore, ha il compito di mantenere l’ordine in aula, e insulta una collega? È uno scandalo». Come il «no» di Burlando al gonfalone.

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