Anche se non rischia è la solita Roma Borriello-dipendente

Nella terra dei vampiri, i «brividi» per la Roma sono solo di tipo atmosferico. A Cluj basta il minimo sindacale (leggi pareggio, ma che ha il sapore di beffa) alla squadra di Ranieri per conquistare gli ottavi - quarta qualificazione negli ultimi cinque anni -, completare lo slam italiano e dare respiro alle casse societarie, in attesa dell’imminente (si spera) cessione. Ieri della questione ha parlato anche il sindaco della Capitale Alemanno: «Siamo in dirittura d’arrivo, si è giunti a quattro soggetti interessati. La garanzia che hanno dato, non solo a me, è che sarà fatta una scelta non solo in chiave economica. C’è anche qualche straniero in corsa». Da mercoledì prossimo, giorno in cui scadrà il tempo per presentare le offerte vincolanti, se ne saprà di più.
Intanto la serata in Romania scorre a lungo senza patemi per la Roma. Peccato che ai giallorossi manchi ancora quella dose di cinismo per «blindare» le partite e che invece concedano troppo ad avversari non certo esaltanti, regalando poi il solito svarione difensivo che permette ai romeni di evitare la sconfitta con una zuccata sui titoli di coda del pennellone Traorè (già in evidenza nei primi 45 minuti del match di andata). I giallorossi impongono per almeno un’ora il proprio gioco, protestano per un rigore non concesso a Menez (la spallata di Rada è netta), sbloccano il match con il quarto gol europeo con la maglia della Roma di Marco Borriello - il primo lontano dall’Olimpico - abile a partire sul filo del fuorigioco al momento dell’assist di Simplicio e ringraziano Lobont per un intervento su De Zerbi. Quando poi a Monaco Ribery - due volte - e Tymoschuk violano la porta del Basilea, non c’è più bisogno di fare i conti.
Qualificazione in cassaforte e possibilità per Ranieri di proseguire il turnover. Al quale - parole dell’allenatore nella pancia dello stadio Radulescu - i giocatori dovranno adeguarsi. Nella 22ª formazione stagionale proposta in 22 partite, il tecnico testaccino deve fare anche a meno in extremis del portiere Julio Sergio (problemi all’adduttore durante la fase di riscaldamento, oggi visite mediche, potrebbe riposare domenica contro il Bari). Chiusa la prima frazione, Ranieri decide anche di far rifiatare l’opaco Menez (in dubbio fino all’ultimo per un dolore alla schiena), «abiurando» il tridente d’attacco, ma nello stesso tempo preservando il francese diffidato, e poi Cassetti, anche lui a rischio squalifica. L’unico che sembra indispensabile, nel balletto degli attaccanti, è Borriello, già a quota dieci nelle venti partite giocate. «Dobbiamo essere più squadra, peccato per il gol incassato alla fine», l’accusa dell’attaccante.


All’Europa ci si penserà da febbraio, ora c’è da chiudere al meglio il 2010 in campionato per non perdere ulteriore terreno. Alla fine coda polemica tra Burdisso e Totti, che discutono animatamente all’ingresso negli spogliatoi.

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