da Milano
«Certo che è ben strano: per cinque anni di legislatura eravamo tutti daccordo e anche il centrosinistra ha giudicato positivamente lintroduzione del carbone pulito. E adesso la giunta del Lazio lo blocca. Il carbone pulito è indispensabile soprattutto dopo quanto si è visto con la crisi del gas». Stefano Saglia, responsabile per le politiche industriali ed energetiche di An, è perplesso: «Nella commissione sullenergia cera unintesa di fondo tra tutti i partiti, con la sola opposizione di Rifondazione: ci vuole un mix di combustibili e non solo il gas. Perchè il carbone pulito non è affatto uno slogan, ma inquina meno dellolio combustibile utilizzato adesso. È una tecnologia che non si applica solo sul carbone che entra nella centrale, ma anche nella riduzione delle emissioni».
Ma lo Stato ha il potere di imporre la sua scelta, o è la Regione ad avere lultima parola?
«La legge sblocca centrali ha cercato di creare un modo per applicare la legge obiettivo anche alle centrali: consente cioè di dare lautorizzazione indipendentemente dai pareri non vincolanti degli enti locali. Cè però da considerare che alla conferenza Stato-Regioni è stato deciso che il parere della Regione è indispensabile».
E quindi Marrazzo...
«E quindi siamo sotto elezioni e in Italia purtroppo le elezioni impediscono qualsiasi realizzazione. Ogni anno cè unelezione diversa e tutto rimane fermo. La scelta di Marrazzo contrappone gli interessi di lavoratori e imprese a quelli pur legittimi di altri gruppi. Civitavecchia riceve imponenti investimenti dallEnel, anche nel porto, in cambio di una centrale che inquina meno di quella precedente e che non dà rischi per la salute. Va però detto che le aziende peccano sempre di carenza di informazione: si dovrebbe fare di più per comunicare con le popolazioni locali».
In commissione energia avevate ipotizzato un mix di combustibili?
«Un Paese come la Germania ha un mix equilibrato: 30% di carbone, 30% di nucleare, 30% di idrocarburi, più solare ed eolico. E questo è stato possibile con i Verdi al governo. Non credo che una ripartizione simile sia un obiettivo possibile in Italia, anche se è la migliore secondo la stessa Commissione europea, come ha sottolineato la stessa De Palacio. Si stanno facendo una serie di investimenti che ci porteranno in breve tempo ad avere un 60-65% di centrali a gas.
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