da Milano
La cosiddetta «par condicio» nasce nel 2000 con una legge apposita, che disciplina la comunicazione durante lintero anno e in concomitanza con le campagne elettorali e referendarie. Chiamate ad applicare la normativa sono, per la Rai, la Commissione parlamentare di vigilanza e, per le televisioni e le radio private, lAutorità per le garanzie nelle comunicazioni. I due organismi emanano specifici regolamenti in occasione di ogni singola consultazione elettorale. Appunto per disciplinare la comunicazione elettorale in Rai nel prossimo mese e mezzo si è riunita nei giorni scorsi la Commissione di vigilanza Rai. Ma il testo approvato dalla Commissione lascia ancora aperti diversi nodi. I problemi sono due. Il teorico appuntamento finale tra tutti i candidati premier, che non è ancora chiaro come svolgere. «Fare un faccia a faccia sarebbe impossibile - spiega il presidente della Commissione, Mario Landolfi - con almeno dieci candidati premier la Rai si sarebbe trovata alle prese con 45 confronti, il che mi sembra improponibile». Poi ci sono i vincoli che riguardano la programmazione, perché il regolamento prevede che in concomitanza con le trasmissioni elettorali non vadano in onda altre di tema politico, alla stessa ora, sulle altre reti.
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