Politica

Ancora un delitto in famiglia Sgozza la fidanzata per gelosia

Tragedia ad Albenga. La coppia era in crisi, ma l’uomo non si rassegnava alla fine del rapporto

Nadia Muratore

da Albenga

Le sue grida di paura e di dolore si sono confuse con quelle di esultanza dei tifosi della nazionale. Mentre l’Italia gridava alla vittoria lei, Stella Palermo, 25 anni di Leca d’Albenga, urlava la sua disperazione, tentando inutilmente di sfuggire alla violenza del suo fidanzato, Fabio D’Errico, 32 anni di Venaria, piccolo comune della cintura torinese. A pochi passi dai due, chiusa a chiave in un’altra stanza, la madre di Stella che, impotente, da dietro una porta sbarrata ascoltava la figlia morire. Un dramma della gelosia, l’epilogo di una storia d’amore finita nel sangue. Stella e Fabio, quest’ultimo comproprietario di una piccola azienda di riparazione computer, stavano insieme da tempo: cinque anni caratterizzati dall’ossessione di lui di essere abbandonato da quella bella ragazza.
La gelosia si era spesso trasformata in violenza e per questo Stella, ragioniera presso uno studio di consulenza di Albenga, lo aveva ripetutamente lasciato, ma poi, ogni volta aveva ceduto alle insistenze di Fabio, alle sue dichiarazioni d’amore. Martedì sera lui ha suonato il campanello di frazione Campastro: voleva chiedere a Stella, per l’ennesima volta, di perdonarlo, di tornare insieme, di ricominciare la relazione.
La ragazza però non ha ceduto e sulla sua determinazione di troncare il rapporto, ne è nata una furibonda lite. La madre di Stella ha cercato di calmare i due giovani ma Fabio, ormai in preda a una rabbia incontenibile, l’ha trascinata nella stanza accanto e ha chiuso a chiave la porta. Poi si è scaraventato sulla sua ex fidanzata e l’ha colpita, ripetutamente, con un taglierino, fino a quando ha sentito che Stella non aveva più la forza di difendersi. Solo allora la sua furia assassina si è placata. Fabio se n’è andato lasciando la sua ex compagna in una pozza di sangue e la madre di lei, disperata, nella stanza accanto, impotente testimone dell’omicidio della figlia. «Li sentivo parlare animatamente - ha raccontato la donna agli investigatori -, e dopo un urlo di Stella non ho più sentito nulla». Solo dopo diversi minuti la donna è riuscita a liberarsi per correre in salotto, ma ormai era troppo tardi. La figlia era distesa sul divano, agonizzante, con il collo lacerato da diversi tagli. Fabio era sparito. Immediati quanto inutili i soccorsi: la ragazza è morta alcuni istanti dopo, tra le braccia della mamma. Il tecnico di computer, intanto, era fuggito a bordo della sua Volkswagen Passat, cercando rifugio nella casa del padre, a Venaria. Quando, alcune ore dopo, è stato rintracciato dai carabinieri, indossava ancora i vestiti sporchi di sangue. D’Errico ora si trova nel carcere di Savona, accusato di omicidio pluriaggravato. «Non ci sono dubbi - ha detto il procuratore di Savona Vincenzo Scolastico che dirige le indagini - che si tratti di un omicidio passionale».
Fabio D’Errico, incensurato, viene descritto da conoscenti e vicini di casa come un «maniaco ossessivo», sempre pronto a fare scenate per un nonnulla, costringendo la sua compagna a subire le sue ire per una gelosia immotivata. D’Errico ieri sera dopo un lungo silenzio ha cominciato a parlare davanti ai magistrati. Ha raccontato che voleva rappacificarsi dopo l’ennesimo litigio ma che la donna è stata netta nel rifiuto. «Non ci ho visto più», ha raccontato.

Prima di sgozzarla, l’uomo ha tentato di strangolare l’ex fidanzata con il filo del carica-batterie del telefonino ma la donna ha reagito con tutta la forza che aveva in corpo e allora l’uomo ha afferrato il taglierino.

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