L’incendio è divampato alle 15.30 di sabato (le 21.30 in Italia) nel grattacielo di 40 piani della Deutsche Bank, danneggiato dall’attacco dell’11 settembre e da allora rimasto vuoto come un edificio fantasma, un relitto in attesa di essere demolito. Dal 17° piano del palazzo, le fiamme si sono propagate velocemente divorando in poco tempo dieci piani del grattacielo. Ai quasi cinquecento vigili impegnati nell’opera di soccorso e di spegnimento sono occorse sette ore per avere ragione delle fiamme.
Se il numero delle vittime è contenuto è perché nel grattacielo c’erano solo pochi custodi e inservienti. Sono stati loro a dare l’allarme, e proprio qualcuno di loro potrebbe aver provocato involontariamente il rogo, forse con la cicca di una sigaretta. Secondo le prime indagini, le fiamme potrebbero aver avuto origine da alcuni contenitori di compensato e da altri materiali infiammabili utilizzati per lo smantellamento del palazzo.
I lavori per la demolizione dell’edificio hanno anche intralciato l’opera di spegnimento, e i vigili del fuoco hanno avuto difficoltà a raggiungere il 17° piano.
Illesi tutti i civili, ancora una volta sono stati i pompieri a pagare lo scotto maggiore: due di loro - un veterano di 53 anni, Robert Beddia, e uno di 33, Joseph Graffagnino, entrambi italoamericani - sono rimasti intrappolati tra le fiamme e sono morti soffocati dalle esalazioni di monossido di carbonio. I feriti se la caveranno. Il sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha assicurato la popolazione che verrà monitorata la situazione dell’aria per verificare che l’incendio non abbia diffuso sostanze inquinanti. «Saranno prese tutte le precauzioni necessarie», ha detto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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