Andrea Dung

I genitori, pagani, di questo tonchinese della provincia di Bac-Ninch erano poverissimi e l’avrebbero abbandonato se un catechista indigeno non lo avesse preso con sé in cambio di una somma di denaro. Fu portato nella missione di Vinh-Tri, dove venne battezzato e cresciuto. Poiché riusciva bene negli studi, i missionari lo fecero continuare. Volle studiare da prete e nel 1823 fu ordinato. Divenne parroco ed esercitò in varie località. Si trovava a Ké-Dam quando, scoppiata la persecuzione, i pagani gli distrussero la casa e lo costrinsero a ritirarsi a Ké-Sui. Qui però venne arrestato e portato a Ly-Nham. I cristiani, tassandosi, riuscirono a corrompere il mandarino e a liberarlo. Andrea Dung allora si spostò in un altro distretto e si fece chiamare Andrea Lac, vivendo da clandestino. Per portare i sacramenti si spingeva audacemente fino alla provincia di Hanoi, ma nel 1839 fu arrestato a Ké-Song in casa del cristiano Pietro Thi (poi finito anch’egli martire). Ancora una volta i cristiani, versando una sostanziosa cifra, lo rimisero in libertà. Ma non durò granché. Mentre cercava di cambiare aria, dovette attraversare un fiume su una barca. All’approdo qualcuno gli tese la mano per aiutarlo a sbarcare, ma si trattava di un funzionario che lo riconobbe e lo arrestò.

Fu portato ad Hanoi, dove gli venne ingiunto di tornare alla vecchia religione e di calpestare una croce per conferma. Naturalmente il prete tonchinese rifiutò e venne decapitato. Ora vorrei segnalare un libro interessante: «Il Purgatorio visto dai Santi», di P. Antonio M. Di Monda (richiedere al 3495498571).

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