Da Andy Warhol a Gianni Agnelli: quarant’anni di «Uomo Vogue»

Vernissage super blindato per festeggiare la rivista

Da Andy Warhol a Gianni Agnelli: quarant’anni di «Uomo Vogue»

Quarant'anni sono un traguardo importante. Persino per una rivista di moda. Se poi a compierli è la «bibbia» dello stile maschile tutto italiano, allora i festeggiamenti non possono che essere memorabili. Per questo Franca Sozzani ha deciso di dedicare al suo ultimo pupillo, l'Uomo Vogue, una serata in grande stile. Ma soprattutto una mostra che ripercorre, anno per anno, i primi quattro decenni di vita della sua «seconda» rivista (in edicola in edizione speciale).
L'appuntamento per il blindatissimo vernissage era ieri sera alle 20.30. Poi il via a una cena da mille e una notte e trecento invitati, allestita nel cortile dello storico palazzo di corso Magenta, nel quale è stato ricreato un suggestivo giardino all'italiana (mille piante di bosso «squadrato» nel mezzo del cortile, piante e frutti di bosco sulle tavole allestite da Tea Rose sotto la supervisione della direttrice, per ricreare un ambiente rigorosamente «naturale»).
E nelle sale al piano nobile del palazzo seicentesco, ecco aprirsi una spettacolare mostra curata da Luca Stoppini, art director di Vogue Italia e Uomo Vogue, che ripercorre la storia dello stile maschile dal '68 a oggi. «Icon's directory», questo il titolo della rassegna che racchiude l'essenza dell'Uomo Vogue.
Una sintesi della rinnovata rivista, ritornata con la Sozzani alla formula originaria creata nel '68 da Flavio Lucchini, ovvero una testimonianza cartacea di come l'uomo la moda non la segue ma la «fa». Attraverso 500 immagini di personaggi-icona di tutto il mondo: nomi della moda, dello spettacolo, del cinema, dell'arte, della cultura, della politica, del giornalismo. Da Andy Warhol a Enzo Biagi, da Sottsass a Gianni Agnelli, da Antonioni a Woody Allen, da Francis Ford Coppola a Pavarotti, fino al rapper J-Zi. Volti entrati nella storia (e nella storia dello stile) fotografati da guru dell'obiettivo come Ugo Mulas (bellissime le immagini in bianco e nero di Giorgio Gaber e di Lucio Fontana), Steven Klein, Bruce Weber Bettina Rheims.
Pensata nel pieno rispetto del palazzo, la mostra è «un film che dura un'ora e venti, come se fosse una rubrica del nostro giornale sulle varie personalità», spiega Stoppini. «Non volevo una mostra di fotografie, ma un senso di fruizione del tutto», e allora ecco le immagini degli uomini-icona scorrere su grandi pannelli sospesi, apparire e scomparire come se fossero ologrammi in un percorso di specchi.
Ieri sera all'inaugurazione della mostra (che sarà aperta al pubblico dal 24 giugno al 2 luglio), e poi alla cena, erano molte le celebrità.

Da Anna Wintour, la collega d'oltreoceano della Sozzani, ai sempre affascinanti Rupert Everett ed Adrien Brody, fino ai simboli della bellezza maschile tutta italiana Roberto Bolle e Adriano Giannini, e ancora Lapo e Ginevra Elkan.

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