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La Angelini scoperta all'estero nobilita l'espressionismo

Era sconosciuta, l'ha lanciata Melgaard. E ora la cercano anche qui

L'Italia è uno dei pochi Paesi al mondo dove il ruolo della provincia gioca un'importantissima partita nella cultura. Capita dunque che un giovane artista di talento spicchi direttamente il salto dal borgo natio al panorama internazionale senza passare, almeno all'inizio, da Milano, Torino o Roma. Paola Angelini è una più che possibile scommessa della pittura italiana di oggi. È nata 29 anni fa a San Benedetto del Tronto, si è diplomata all'Accademia di Firenze e nel 2011 ha concluso gli studi allo IUAV di Venezia, oggi considerata la scuola più appetibile dagli aspiranti artisti soprattutto per la qualità dei visiting professor. Esattamente ciò che è accaduto a lei: il norvegese Bjarne Melgaard, pittore di livello mondiale, ne ha intuito le qualità e ha voluto investire su di lei proponendole di esporre insieme sia al Padiglione della Norvegia nella scorsa Biennale, sia in un'importante galleria, la Rod Bianco di Oslo. Così Paola Angelini, che in Italia fino ad allora aveva fatto poco o nulla, si è trovata a dover competere con un colosso della pittura. Il lavoro a quattro mani (e due teste) ha fatto bene a entrambi. Il suo stile pittorico ha radici nell'espressionismo che in Italia si pratica poco. Paola ha il coraggio di sfidarci sul piano della qualità, senza ricorrere al paracadute del concettuale per cui la pittura deve essere magra, sciatta e un po' stitica. A lei piace il colore forte, la gestualità marcata e, soprattutto, è convinta del valore simbolico delle immagini. Non ha paura delle grandi dimensioni e rifiuta la tela mezza vuota. Vaga tra il racconto della figura umana, che affronta con taglio psicologico e attenzione al dettaglio, e il paesaggio spesso lacerato da presenze inquietanti.

Altro tema prediletto, un infinito bestiario fantastico che torna soprattutto nel disegno, dove il gesto si fa meccanico e rapidissimo, possibili appunti per quadri che verranno oppure fogli su cui fermare idee come farfalle in volo. Ciò che riesce particolarmente bene a Paola Angelini è dimostrare che si può far pittura figurativa dal taglio contemporaneo, senza cadere nella retorica della nostalgia ma neppure frenare le proprie qualità per la paura di non essere abbastanza alla moda. Sono convinto sia un talento da tenere d'occhio. Per lei parla la qualità dei dipinti e la critica comincia a interessarsi a questa giovane marchigiana. Fino al 10 novembre espone in una piccola galleria di Bari, la Artcore.

Nello stesso mese parteciperà inoltre a due collettive presso la nuova galleria di Massimo De Luca a Mestre e all'ARCA di Teramo.

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