Angelo Mai, vince solo Rifondazione

Michela Giachetta

Fra i due litiganti, Comune e occupanti dell’Angelo Mai, alla fine, come insegna la saggezza popolare, è il terzo a goderne. In questo caso, Rifondazione comunista. Si chiude, almeno per il momento, con un accordo scritto, che ribadisce gli impegni presi in precedenza, fra il centro sociale e l’amministrazione, la vicenda dell’Angelo Mai, ex convitto nel rione Monti, fino a ieri occupato dai ragazzi dell’associazione culturale e destinato a diventare dal 2010 sede della scuola Viscontino. Accordo sancito dopo l’occupazione simbolica del palazzetto San Marco avvenuta venerdì da parte del centro sociale e del Comitato di lotta per la casa e conclusa la stessa sera.
L’obiettivo era protestare per quello che gli occupanti, assieme a Rifondazione, hanno definito «lo sgombero» dell’ex convitto, che ha avuto luogo mercoledì. Diversa la posizione del Comune: «Si è trattato di un’estensione del cantiere, presente in una parte dell’edificio - specifica Luca Odevaine, vice capo di gabinetto -. Fra l’altro precedentemente concordata». Ne sono seguite polemiche, tensioni e perfino un blitz in Campidoglio. Con Rifondazione a difesa degli occupanti. Tanto che Adriana Spera e Nando Simeone, entrambi del Prc e rispettivamente capogruppo capitolino e vicepresidente del Consiglio provinciale, hanno parlato di un «atto irresponsabile» del Comune. E Massimiliano Smeriglio, deputato e segretario romano dello stesso partito, ha dichiarato: «C’è un brutto clima, per Rifondazione questa rischia di diventare una vicenda fondamentale. Noi faremo un’opposizione feroce». Eppure il Prc fa parte della maggioranza. E probabilmente, in questo momento, la sinistra capitolina non ha bisogno di ulteriori strappi. Così venerdì, a condurre le trattative durante l’occupazione del palazzetto San Marco, è stato mandato Dante Pomponi, assessore alle Periferie e, non è un caso, esponente del Prc: «Siamo ripartiti dalle incomprensioni - ha spiegato - Abbiamo provato a ritrovare un dialogo». Non specifica con chi, ma il dubbio è che sia anche fra Comune e Rifondazione. Il messaggio che Pomponi lancia in qualità di assessore, infatti, è che la «linea del Comune è quella di tutelare i diritti delle persone». E quando gli si chiede delle minacce dei giorni scorsi da parte di alcuni esponenti del Prc di uscire dalla maggioranza, osserva: «Non credo che in città ci sia un problema di carattere politico. C’è una dinamica dialettica, che la politica deve saper governare». Il messaggio arriva. Al punto che Smeriglio, dopo la stesura dell’accordo, parlerà di «soddisfazione per la soluzione concertata», puntualizzando che «l’amministrazione era partita da un’azione sbagliata, ma il sindaco ha saputo mettersi in gioco per una soluzione positiva su una questione che avrebbe potuto mettere in pericolo l’alleanza».
Strappo ricucito, quindi. E spazio, almeno sulla carta, alle richieste degli occupanti. L’accordo prevede che il Comune realizzi centri di prima accoglienza per gli sfrattati e che assegni ai ragazzi dell’Angelo Mai l’ex bocciofila del parco San Sebastiano, i cui lavori, ancora da iniziare, «dovrebbero essere conclusi in due o tre mesi», spiega l’assessore al Patrimonio, Claudio Minelli. Nel frattempo il Campidoglio metterà a disposizione degli occupanti strutture comunali per poter svolgere le loro attività. Nell’accordo è inoltre previsto che una delegazione dell’associazione partecipi alla stesura del progetto della nuova sede assieme agli architetti. Anche se, precisa Minelli, «le richieste finora avanzate da loro sono inattuabili, perché verrebbero bocciate dalla Sovrintendenza».

Per Marco Marsilio e Federico Mollicone, rispettivamente capigruppo di An in Comune e in I municipio, si tratta comunque di un accordo «illegale e indecente», perché «riconosce dignità politica ad un comitato di occupanti che hanno guadagnato denaro esentasse, con spettacoli a pagamento in un complesso occupato abusivamente, sottraendolo all’uso previsto di scuola media».

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