Roma

Un angelo-tassista si aggira per l’Aventino

Valeria Arnaldi

Stefania Sandrelli, Giorgio Albertazzi, Giuliana De Sio, Claudio Bigagli ed il tassista-attore Alessandro Giovannetti. Questo il cast di «Angelo... come te!», cortometraggio scritto e diretto da Enrico Maria Lamanna, che, dal 9 al 16 giugno, ha trasformato la basilica di Sant’Alessio e l’Aventino in un set cinematografico. La scena conclusiva e l’incontro tra Albertazzi e Sandrelli, per precedenti impegni degli artisti, saranno girati oggi e domani.
«Per scrivere la sceneggiatura, - racconta Lamanna - mi sono documentato a fondo e ho scoperto che, secondo alcune culture, dopo morti gli uomini restano in terra per qualche giorno, come angeli. Sta a loro scegliere se rendere questa condizione eterna». Il protagonista del corto è un tassista, interpretato da Giovannetti. Molti - e «speciali» - i suoi clienti: un ladro che ha appena compiuto una rapina, un transessuale, una prostituta d’alto bordo, una donna non vedente, un venditore ambulante di ombrelli e un signore anziano. In comune hanno tutti la destinazione, una misteriosa villa, ma anche l’assurdità della morte. Ognuno di loro, infatti, è un’anima, così come il tassista, che però non si è ancora reso conto di essere deceduto. «Sono personaggi dalla vita particolare - prosegue Lamanna - per dare un’idea della varietà di gente che sale sui taxi. Lo spunto me lo ha dato proprio Giovannetti, che come tassista mi ha detto di sentirsi spesso un traghettatore di anime». «Il mio sogno - commenta Giovannetti - è fare l’attore. Guido il taxi per mantenermi, ma è una vera scuola di vita e recitazione: non lascerei questo lavoro nemmeno se diventassi famoso. Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo sulla gente e sul modo di rappresentarne i diversi caratteri. Quando qualcuno sale sulla mia auto, ormai, capisco immediatamente che lavoro fa e so farmi un’idea della sua vita. È sulla base di queste lezioni di scuola attoriale su ruote, come amo definirla, che ho affrontato il mio ruolo nel cortometraggio. E non solo il mio: ho anche suggerito ai grandi che sono nel cast il mio modo di vedere i loro personaggi, mettendo così a confronto la mia esperienza quotidiana con il loro punto di vista artistico».
La sceneggiatura è surreale, ma non manca un pizzico di thriller, genere caro al regista. Ogni personaggio nasconde infatti un segreto: il rapinatore è stato ucciso in uno scontro a fuoco, il trans è morto dal ridere al funerale di un’amica, la prostituta si è gettata dalla finestra tentando di dar corpo alle fantasie di un cliente, il venditore ambulante è morto di freddo, mentre riparava gli ombrelli da un’improvvisa pioggia, la cieca è caduta scivolando su una lastra di ghiaccio. Il signore anziano è il padre del tassista, ma anche colui che gli svela il mistero della sua morte, conducendolo alla villa. Il corto sarà proiettato nelle sale cinematografiche e andrà poi ai festival di Cannes e New York, infine sarà trasmesso sulla tv satellitare. «In realtà - conclude Lamanna - è una sorta di mini-film di prova.

Voglio sviluppare la storia con lo stesso cast, trasformandola in un lungometraggio che, se tutto va bene, girerò a fine anno».

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