Ankara pronta ad abolire leggi contro la libertà di espressione

da Ankara

La Turchia sembra voler voltare pagina nel campo dei diritti civili. Il ministro degli Esteri turco, Abdullah Gul, ha espresso la possibilità che le leggi che limitano la libertà di espressione possano esser cambiate. È stata la prima volta che il governo di Ankara si dice disposto a modificare la normativa in vigore, in base alla quale è un crimine l’insulto all’identità turca. Secondo Gul, il governo aspetterà la conclusione di processi come quello contro lo scrittore Orhan Pamuk - accusato di aver insultato la Turchia - prima di emendare le leggi in questione.
E un primo processo contro Pamuk è caduto. Lo scrittore infatti non verrà perseguito per aver criticato le forze armate. Un magistrato di Istanbul ha deciso di archiviare una querela presentata da un gruppo di avvocati nazionalisti contro Pamuk, colpevole, a loro avviso, di aver «danneggiato l’immagine delle forze armate» del Paese. Il pubblico ministero ha ritenuto che lo scrittore abbia semplicemente esercitato il suo diritto alla libertà d’espressione. Pamuk, 53 anni, in un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Die Welt lo scorso ottobre, aveva affermato che l’esercito turco minaccia e ostacola il processo di democratizzazione del Paese.

Lo scrittore resta comunque sotto processo per «insulto deliberato all’identità turca», dopo aver affermato, in un’intervista a un settimanale svizzero, che «un milione di armeni e 30mila curdi sono stati uccisi (durante l’impero ottomano, ndr), ma nessuno osa ammetterlo», facendo un chiaro riferimento alle accuse di genocidio che Ankara ha sempre rifiutato di riconoscere.

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