Un anno bisestile: sarà funesto o propizio?

Un anno bisestile: sarà funesto o propizio?

Anno bisesto, anno funesto. Chi legge tocchi quello che vuole, dal cornetto in corallo rosso al ferro di cavallo. Ma è palese che ha proprio in mano il poker della iella questo 2012. Preannunciato dai vaticini antichi come il tempo della fine del mondo, si porta anche appresso la sinistra smorfietta d’essere bisestile. Quale micidiale manovra ci dobbiamo aspettare dai prossimi dodici mesi che invece di 365 giorni ne contano 366? L’Apocalisse. Parola della sepolta civiltà maya, a cui si deve il pronostico del black out del pianeta, ma anche del detto della tradizione popolare che rinviene negli anni, le cui ultime cifre sono divisibili per quattro, periodini molto poco raccomandabili.
«Non se ne può più!», commenta il sociologo Ivo Germano, che per fatalità è al pronto soccorso. «Sono cresciuto a pane e Apocalisse, e sono veramente scocciato. Ora parlo anche dall’ospedale del 2012: per fortuna, considero la coincidenza di buon auspicio. Gli anni bisestili sono stati grandi anni, quindi anche il prossimo lo sarà, alla faccia dei maya, delle Centurie di Nostradamus e di tutti quei cervelloni che usano la teoria della catastrofe solo come opportunità mediatica. Ricordo una frase di una canzone dei Rem che si chiedeva in modo spettacolare: «Ma a che ora sarà la fine del mondo?». Ecco, se qualcuno mi dirà l’ora esatta del Big Bang, sono disposto a crederci anch’io!».
Dal diluvio mostrato in molte pellicole cinematografiche all’allineamento di pianeti che faranno sfolgorare un’immensa luce nel cielo, tutti gli avvenimenti catastrofici annunciati ci danno per spacciati, finiti, kaputt. «Se nessuno ha previsto una bella fiammata come per il Don Giovanni alla Scala, ci penso io: organizzo per tutti un bel flambé, mi sembra il piatto giusto per l’anno a venire». Ride di gusto il cuoco Gualtiero Marchesi. «La vita non è una cosa seria e come tale va presa - continua -. Per quanto mi riguarda, prevedo un 2012 bello come l’opera alla Scala, perché non ho mai prestato fede alla teoria dell’anno bisestile. In quanto alla fine del mondo, a volte non mi dispiace pensarci, perché avverrà in modo del tutto diverso da come continuiamo ad immaginarla. Qualcuno un giorno ci ha dato la luce e quando quel qualcuno deciderà di toglierla, è sufficiente un «click» e tutto si smorzerà. Chi ci ha fornito la corrente, la toglie, tutto qui, non ci trovo né nulla di strano né di traumatico. Il sorriso si accende e si spegne, per natura, mi pare tanto ovvio!».
Con estetica intelligenza debutta, invece, il critico d’arte Philippe Daverio: «Il 2011 è stato così fetente, che il 2012 non potrà essere che migliore. Si spera. Non smetto di credere che sarà pieno di ansie infinite, per cui non posso che chiedermi: alla fine, ce la faranno i nostri eroi? Non lo sappiamo, anche se il ragionamento che si impone è il seguente: avendo l’Italia, paese d’avanguardia, trascorso un 2011 che per difficoltà poteva essere un 2012, ci si augura che nel ’12 viva un 2013 e poiché il 13 porta fortuna... Non credo che la scamperanno, però, né Sarkozy né la Merkel. Insomma, da noi la pioggia è già venuta, fiduciosi lotteremo per il sole».
Anche per Riccardo De Corato con il «bisesto» non c’è proprio nulla da scherzare. «Temo che non sarà un ottimo anno - commenta il vicepresidente del Consiglio comunale -. Lo scenario con cui si chiudono questi ultimi giorni, non ci dà certo l’opportunità di fare salti di gioia. Non bisogna mai sottovalutare i detti popolari, poggiano su un fondamento di verità. E’ difficile fare previsioni per il ’12; sarà un periodo che cambierà in corso d’opera, riservandoci delle strane sorprese».
E di passo in passo, chiude in bellezza l’assessore alla Cultura Stefano Boeri. «Lo scorso bisestile, il 2008, è stato un ottimo anno, quindi mi vedo un ’12 altrettanto piacevole. Per me il bisesto è sempre andato alla grande. Nel 2008 tenni un corso d’architettura ad Harvard e partecipai ai progetti del G8 all’isola della Maddalena. Nel ’12 mi auguro di iniziare un sogno che mi sta a cuore, che riguarda la città dei bambini. Chiudere con i bambini è speranzoso: portano fortuna».


Sarà bene impostato, sarà funesto? Secondo la teoria dei numeri, la somma delle cifre di 2012 dà cinque, cifra d’elevata potenza spirituale, infatti accanto allo scenario dell’Apocalisse, il ’12 porta con sé una teoria del Paradiso che facendo poca odiens è purtroppo poco visitata.

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