Dove sono finiti gli eroi dell'Olimpiade? I fondisti che un anno fa a Pragelato urlavano al mondo «i campioni di Olimpia siamo noi»? Giorgio Di Centa, Pietro Piller Cottrer e Cristian Zorzi sono rimasti orfani di Fulvio Valbusa, ma sono pronti, pimpanti, convinti di poter di nuovo essere protagonisti ai mondiali di sci nordico al via domani a Sapporo, sull'isola giapponese di Hokkaido che nel 1972 ospitò l'Olimpiade invernale, indimenticabile per le notti in bianco cui ci costrinse Gustav Thoeni, oro in gigante e argento in slalom.
Inutile dire che da Di Centa, Piller Cottrer, Zorzi e compagnia faticante si aspettano medaglie, loro difficilmente tradiscono, lo hanno fatto solo nel 2003, ai Mondiali di casa in Val di Fiemme, quando un'epidemia di influenza mise ko quasi tutta la squadra. La programmazione è stata finalizzata al mondiale, cosa possibile nel fondo, molto più che nello sci alpino. Anche per questo sarebbe lecito aspettarsi le medaglie, ma il condizionale è d'obbligo, perché in Giappone c'è l'incognita meteo. Marco Albarello, dt italiano, racconta che da sabato a oggi il tempo è cambiato almeno cento volte, con nevicate copiose seguite da sole caldissimo e poi ancora da neve, o pioggia, insomma un terno al lotto per quanto riguarda la preparazione dei materiali.
Sono quindici gli atleti azzurri convocati, sette donne, Confortola, Follis, Genuin, Longa, Moroder, Stefanie Santer e Valbusa, più otto uomini: Checchi, Clara, Di Centa, Frasnelli, Pasini, Piller Cottrer, Santus e Zorzi, elencati in ordine alfabetico. Se dovessimo invece fare un ordine di bravura saremmo in grave difficoltà, perché in coppa del mondo gli italiani hanno giocato a nascondino, pensando di uscire allo scoperto ora. Di Centa ad esempio ha fatto una gran fatica, Piller Cottrer ha avuto problemi di salute e non dimentichiamo che in squadra mancano Gabriella Paruzzi e Bubo Valbusa, che dopo Torino hanno detto stop. Proprio alla Paruzzi abbiamo chiesto lumi sulle gare che, senza nostalgia, seguirà solo in televisione: «Spero di vedere una grande Sabina Valbusa, nei mesi scorsi era in crisi, ma la forma è arrivata ora, al momento giusto. Quanto a Follis e Longa, in coppa sono andate forte, per la prima volta però avranno pressione e non sarà facile.
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