Annuncio in Tv alla vigilia del vertice di Bruxelles per decidere la composizione dell’Unifil. «La risoluzione 1701 è stata adottata su nostra iniziativa» Libano, Chirac invia rinforzi e vuole il comando Il presidente francese ci ripensa e offre in t

Il capo dell’Eliseo auspica che tra i caschi blu ci siano anche musulmani asiatici

Alberto Toscano

da Parigi

La Francia avrà complessivamente 2.000 caschi blu nel sud Libano e intende esercitare il comando dell'Unifil nuova maniera. Queste le due informazioni date ieri sera alle 20 dal presidente Jacques Chirac con un discorso televisivo pronunciato alla vigilia del vertice Ue di Bruxelles per decidere la composizione dell’Unifil, il contingente Onu nel sud del Paese dei cedri. Il capo dello Stato ha cominciato col ricordare che «l'estate di quest'anno è stata dominata dalla crisi in Libano e dalle sue conseguenze». E ancora: «Questo pomeriggio ho riunito all'Eliseo un consiglio ristretto per decidere le modalità della partecipazione della Francia alla forza di pace in Libano». Un po' d'orgoglio nazionale non guasta mai ed ecco allora Chirac ricordare che «la risoluzione 1701 è stata adottata all'unanimità dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su iniziativa della Francia». Tuttavia «il cessate il fuoco è ancora fragile» e occorre fare il possibile per inviare in tempi molto brevi i caschi blu in Libano, allo scopo di portare il contingente dell'Unifil a 15mila uomini.
Chirac ricorda che nell'Unifil vecchia maniera, dislocata con compiti di osservazione alla frontiera israelo-libanese, erano presenti 200 militari francesi e che altri 200 sono stati da lui inviati la scorsa settimana. Ma, con 400 uomini sul terreno, la Francia non poteva certo illudersi di poter avere il comando delle operazioni. Chirac spiega la sua reticenza dei giorni scorsi con una certa confusione a proposito delle regole d'ingaggio e dice che ormai quella confusione è venuta meno. Tuttavia non precisa quali siano le effettive regole d'ingaggio e che cosa abbia fatto svanire quell'atmosfera di confusione. In realtà sembra evidente che la Francia abbia voluto impedire ad altri (in particolare all'Italia) d'avere il comando della forza multinazionale. Dunque è stata costretta a promettere l'invio di altri 1.600 soldati, in aggiunta ai 400 già operativi nel Libano meridionale. Al tempo stesso Chirac ha detto che i 1.700 militari francesi, che si trovano sulle imbarcazioni militari al largo del Libano, continueranno a svolgere operazioni di sostegno alle forze dell'Onu presenti sul terreno (anche se non verranno computati all'interno del contingente Unifil di 15mila unità, di cui Parigi vuole assolutamente il comando).
Per ragioni di cortesia e di rispetto nei confronti del Palazzo di Vetro, Chirac ha dovuto ricordare che il comando dell'Unifil nuova maniera verrà deciso e attribuito da Kofi Annan. Tuttavia ha detto che «la Francia è disposta a esercitarlo», mettendo così una chiarissima ipoteca su quel ruolo delicato quanto prestigioso. Oggi il comando dell'Unifil vecchia maniera è esercitato da un generale francese, il cui mandato scadrà nel prossimo febbraio. Dunque Chirac vuole assolutamente che non ci siano sostanziali cambiamenti su quella poltrona.
Per quanto riguarda il resto dell'Unifil nuova maniera, Chirac ha detto d'aver esercitato pressioni sui partners europei, cercando così di far dimenticare le reticenze francesi ad aumentare in modo sensibile il contingente in Libano. In realtà gli osservatori politici transalpini continuano a essere estremamente scettici su questa missione militare, considerando che nessun vero chiarimento sia giunto a proposito delle regole d'ingaggio e che i rischi di perdere vite umane siano elevatissimi.


Chirac ha anche detto che secondo lui una parte significativa dei 15mila uomini dell'Unifil nuova maniera dovrebbe essere costituita da militari di «Paesi islamici asiatici». Chirac allude evidentemente a Stati come l'Indonesia, il Pakistan e la Malaysia, ma in realtà anche l'Arabia Saudita, la Giordania e l'Iran sono situati nel continente asiatico.

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