Le antiche funivie e quel passaggio per sfiorare il cielo

A Monteviasco fra leggende di soldati in fuga e sul Lario, ad Erna, Artavaggio e Bobbio

Le antiche funivie  e quel passaggio  per sfiorare il cielo

Romantiche, come solo i piccoli spazi sanno essere. Utili, come uno stratagemma per risparmiare tempo. Sospese, come un balzo verso il cielo che toglie talora il respiro, ma taglia anche la fatica: le funivie sono un mezzo che rivoluzionò il passato e che oggi profuma d’antico. Forme spesso squadrate, colori sgargianti, ingranaggi ben oliati e il passaggio verso il cielo è assicurato. Chi non le ha usate sci alla mano, piedi già costretti negli scarponi e la voglia d’inverno stampata in volto? Ma anche con la bella stagione le funivie sono un passe-par- tout per l’emozione e in Lombardia sono talora l’unica alternativa ad una scarpinata per raggiungere i segreti di tanti piccoli borghi o alpeggi d’alta quota. Prendi Monteviasco: a 925 metri, è un grappolo di case di pietra e poco più, a strapiombo sulla val Veddasca, non lontano da Maccagno, ma via dalla pazza folla del lago Maggiore.
Per andare a leggere la storia delle sue pietre, scaglie sovrapposte a secco o con un filo di calce, occorrono ottime gambe e buon fiato per affrontare una mulattiera ottocentesca che conta ben 1.400 gradoni. Oppure pochi euro e un po’ di puntualità per non mancare la corsa in funivia ( Info 0332 51 7232) che da Curiglia (Ponte di Piero) in 5 minuti, dalle 7 alle 22, vi consegna ai piani alti delle Prealpi del Verbano.
Strade a ciottoli, pochi abitanti saggi e silenziosi si faranno loquaci nel raccontarvi le tradizioni che li vogliono epigoni di quattro soldati che in un’epoca che si perde nelle pieghe del tempo, vi si rifugiarono accompagnati da altrettante fanciulle per non schiodarsi più.
A settembre, poi, il gusto della storia si unisce al sapore dei luoghi con la Festa dei porcini: i ristoranti del borgo faranno a gara nel viziarvi con strudel e fonduta, polenta o crespelle e gelato di capra. ( Info Ristorante Barchet Tel 0332 568 402, info@monteviasco.it, Ristorante Il camoscio tel 0332 573366).
Dal Verbano al Lario, sopra a Lecco, la funivia dei Piani D’Erna (Info 0341 497337) è tornata a «volare» a fine luglio, dopo il restyling, permettendo di nuovo di affacciarsi senza fatica al «balcone» di Lecco, quota 1300. Il Resegone è tornato ad essere più vicino, ma anche chi volesse fermarsi a passeggiare alle sue pendici, potrà trovare emozioni per il cuore nei dintorni del Rifugio Marchett (Tel 0341 505019) e della chiesa della Madonna della neve. Poco oltre nel cuore della Valsassina ecco altri due impianti storici: da Barzio, la funivia (tel 0341 996 101) conduce ai Piani di Bobbio e alle leccornie del Rifugio Lecco, quota 1.779 (Tel 0341 910 669) accarezzato dai bastioni calcarei dello Zuccone Campelli, ideale per muovere i primi passi da grimpeur.

Da Moggio, invece, sul versante opposto, l’impianto di risalita, restaurato qualche anno fa, funziona ogni mezzora e conduce ad Artavaggio (pianidibobbio.com), meta sciistica dei nostri nonni ed oggi piacevole radura dove sostare o cimentarsi nel più ardito «sentiero degli Stradini», attrezzato con corde fisse per superare vuoto ed emozione.

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