Gentile Dott. Granzotto, spesso, anche sul Giornale, riemerge periodicamente la teoria della sovrappopolazione del pianeta che sarebbe allorigine di tutti i guai dellumanità. E le conseguenti catastrofiche previsioni di addensamenti prossimi venturi di folle globalizzate. Vediamo di costruire un esempio intuitivamente comprensibile della situazione in cui ci troviamo. La popolazione mondiale ammonta, una più una meno, a 6.500.000.000 anime. Se dovessimo ammassarli tutti, dove potremmo ficcarle? Facendo ovviamente finta che non esistano fiumi, montagne, laghi, paludi, ecc, per comodità di calcolo scegliamo, chessò... il Texas che ha una superficie di 696.241 km quadrati pari 696.241.000.000 di metri quadrati che arrotonderemo per difetto a 650.000.000.000. Dividiamo la superficie per il numero di abitanti del mondo: 650.000.000.000 metri quadrati diviso 6.500.000.000 abitanti fa 100 metri quadrati di superficie pro capite, il che vuol dire che ogni abitante, collocato al centro del quadrato a lui assegnato, disterebbe 10 metri dai sui vicini. Ipotizzando infine di riunire per famiglia gli abitanti e attribuendo una media di 5 componenti per famiglia, otterremmo un lotto di terreno di 500 mq. per ciascun nucleo familiare. Detraendo un 20 per cento di superficie da dedicare a strade, piazze, parcheggi e quantaltro (non rida), si arriverebbe ad avere lotti di 400 mq. Netti. E 400 mq, guarda caso, è esattamente la superficie del «lotto minimo» comunemente previsto dalla normativa urbanistica sia in Italia che altrove per poter edificare una comoda abitazione unifamiliare. Tutto il resto della superficie del mondo potrebbe essere destinato ai «servizi» (cimiteri, scuole, ospedali, centri sociali, chiese, moschee, cinema, centri commerciali, discoteche, ecc.) e alle varie indispensabili attività economiche e di produzione denergia. Ovviamente quanto sopra è un calcolo di pura astrazione, ma dimostra quanto assurde siano le teorie secondo le quali stiamo pigiati come sardine sulla pelle di nostra madre Gaia. In parte è verissimo, ma solo perché lo facciamo - chi più chi meno - volontariamente ammassandoci nelle città e nelle metropoli.
Cadoneghe (Padova)
Glie lho lasciata raccontare tutta, sforbiciandola qua e là, caro Valenti, anche se il paradosso del Texas è ben noto fra i «natalisti» e gli «antinatalisti». Glie lho lasciata raccontare perché è bella e magari qualche lettore non la conosceva. E forse nemmeno immaginava che la superficie del Texas è sufficiente per ospitare - stando anche comodi - tutti quanti siamo sulla Terra. Si aggiunga che cè anche - seppur da sempre mal distribuito - cibo per tutti: enormi estensioni di terreno coltivabile non sono ancora state sfruttate e sono a disposizione sementi Ogm capaci di autoproteggersi da malattie e parassiti, capaci di germogliare e produrre messi in terreni aridi. Quando gli affamatori dellumanità cesseranno di dargli contro per il balordo «principio di precauzione», il bilancio alimentare avrà un segno positivo di diverse cifre. Quello contro il quale non cè rimedio è lottuso, trogloditico paganesimo dei «denatalisti-ambientalisti». Secondo i quali luomo è un semplice foruncolo di «Terra Madre», senza niente che lo distingua dal restante dellecosistema, da un pidocchio o da un ippopotamo. Un foruncolo fastidioso, però, che seguita a farle la bua. E una delle bue più bue è quel riscaldamento globale che nonostante si sia rivelata la più colossale frescaccia mai concepita, seguita a essere il chiodo fisso degli ambientalisti.
Paolo Granzotto
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