Antitrust, banche "scorrette" sui mutui

L’autorità apre dieci istruttorie. Catricalà: gli istituti non applicano le norme della legge Bersani sulla "portabilità". Dopo centinaia di denunce da parte dei consumatori danneggiati, arrivano le indagini nei confronti dei principali istituti di credito

Antitrust, banche "scorrette" sui mutui

Roma - Indiziate di «pratiche commerciali scorrette» sulla questione della portabilità dei mutui, dieci banche sono finite nel mirino dell’Antitrust. L’apertura delle istruttorie è stata annunciata dal presidente dell’authority, Antonio Catricalà. La legge Bersani consente di poter trasferire gratuitamente un mutuo-casa, ritenuto troppo oneroso, da una banca a un’altra; o rinegoziarlo. Ma questa disposizione è sostanzialmente inapplicata. Un’indagine di Altroconsumo rileva che, fra commissioni e spese, la surroga costa all’utente fra i 280 e i 2.500 euro. Inoltre, molte banche si rifiutano di prendere in carico un mutuo stipulato con un istituto concorrente.
L’Antitrust non ha comunicato ufficialmente quali siano i gruppi bancari indagati. Secondo fonti finanziarie, non smentite, sono: Intesa San Paolo, gruppo Unicredit (compresi Banca di Roma, Bipop Carire e Banco di Sicilia), Monte Paschi Siena, Bnl, Carige, Antonveneta, Ubi Banca, Popolare Milano, Banca Sella e Deutsche Bank. Insomma, non manca nessuno fra i big del credito. «Le pratiche sono state aperte - ha spiegato Catricalà - perché riteniamo sia scorretto il loro modo di agire. Dunque non si tratta di un’intesa fra banche, ma di una pratica commerciale scorretta. Abbiamo raccolto prove sufficienti su dieci banche, e dunque abbiamo aperto le dieci istruttorie».

All’autorità sono giunte, attraverso le associazioni degli utenti, centinaia di segnalazioni. Le banche, ha raccontato il presidente dell’Antitrust, negano la surrogazione - cioè il diritto a trasferire il mutuo gratuitamente, o cambiare il proprio mutuo con uno meno oneroso (ad esempio da tasso variabile a fisso, o viceversa, oppure l’allungamento delle scadenze) - e propongono contratti analoghi, ma con «costi insormontabili». Da un’indagine di Altroconsumo, effettuata su 40 sportelli fra Roma e Milano, risulta che la metà degli istituti non offriva prodotti di surroga, mentre un’altra metà li offriva a costi illegittimi. Per il Codacons, i comportamenti scorretti delle banche provocano ai correntisti un danno valutato in 6 miliardi di euro. Adusbef e Federconsumatori valutano la possibilità di una class action. Secondo i calcoli delle due associazioni, sarebbero almeno 150mila le famiglie coinvolte e danneggiate dal comportamento degli istituti bancari.

Nel suo intervento al Forum Pa, il presidente dell’Antitrust non ha parlato solo di banche. Nel mirino dell’autorità ci sono anche le professioni: «Costano alle imprese l’8% del singolo prodotto, più dell’energia che incide per il 6%», ha detto Catricalà, ipotizzando un’istruttoria nei confronti degli ordini professionali ritenuti associazioni di imprese. «Stiamo effettuando una ricognizione, dagli esiti deludenti; finiremo per aprire una procedura perché - ha spiegato - anche dopo la legge Bersani ci sono resistenze fortissime agli interventi più banali sui codici etici». Catricalà ha invitato il nuovo governo ad andare avanti nelle liberalizzazioni. «Bisognerebbe privatizzare anche una rete Rai - ha concluso - ma ho l’impressione che i cittadini preferiscano un’azienda pubblica».

Non manca infine un cenno su uno dei «temi caldi» di questi giorni, il pubblico impiego.

Secondo il presidente dell’Antitrust, è necessaria una profonda riforma della mobilità nell’amministrazione pubblica, «che deve avvenire anche senza il consenso dei mobilitati, soprattutto quando non è in gioco il trasferimento di città. Serve - aggiunge Catricalà - anche un blocco intelligente e misurato del turnover, e ci vogliono più impiegati nei front office», a contatto diretto col cittadino.

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