Antonio Ricci: Casa Vianello mi ispirò Cascina D’Alema

Raimondo ha fatto in tempo a leggere solo le bozze. La morte è arrivata il giorno prima che la sua storia giungesse in libreria. Un volume (nella foto, in basso, la copertina) pieno di aneddoti e immagini - quello scritto da Roberto Frini e Federico Bravetti per Gremese Editore - che a Raimondo sarebbe piaciuto per la leggerezza e l’umorismo di cui sono intrise gran parte delle 155 pagine. Vita privata, carriera, sketch, Gazzetta dello Sport, copioni e tanto altro in uno scrigno da sfogliare dedicato alla coppia più amata dagli italiani: Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. Due facce di una stessa medaglia che purtroppo ha perso il sorriso di Raimondo. Il libro parte con la prefazione di Antonio Ricci che ricorda: «Le star sono sempre amatissime dal pubblico, meno, molto meno, dai loro colleghi e dalle maestranze. Nel fatale mondo dello spettacolo tutti si baciano, si adorano, si dicono “sei stupendo!”. Poi, spenti i riflettori, in camera caritatis partono i veleni, sibilano le maldicenze. Sandra e Raimondo no, loro no. Sono riusciti a farsi veramente amare sia dai loro colleghi, sia da chiunque abbia avuto la fortuna di collaborare con loro». Ma Raimondo era uno che, con una battuta, sapeva anche fulminarti e probabilmente non avrebbe fatto sconti neppure alla folla in fila ieri per rendergli omaggio («Grazie di cuore... Però, la prossima volta, statevene a casa...»).
Torniamo alla testimonianza di Ricci: «Il rispetto tra di loro e verso i loro compagni d’avventura risulta evidente negli “errori” trasmessi da Paperissima. Ho avuto modo di visionare ora e ore di “fuori onda” delle loro registrazione e mai un atteggiamento divistico, mai un gesto di maleducazione, di prepotenza, di arroganza, sempre con il sorriso sulle labbra anche di fronte a incidenti clamorosi». E c’è pure un divertente retroscena: «Quando ho inserito in Striscia la notizia “Cascina D’Alema” (ispirata a Cascina Vianello) con Gene Gnocchi e che nei panni di Raimondo D’Alema e Tullio Solenghi in quelli di Sandra Veltroni, ho dovuto visionare di seguito decine e decine di puntate - racconta Ricci -. Ho guardato e riguardato i filmati di Sandra Mondaini che si aggirava a letto sbattendo i piedi sotto le coperte ripetendo “Che noia che barba, che barba che noia...”.

Ogni volta lo faceva in modo diverso, non era un atto meccanico, ma imprevedibile, jazzistico. Alle studiate e comicissime pause di Raimondo, Sandra rispondeva con contrappunti e con l’improvvisato assolo beccava l’ultima a risata. Sandra e Raimondo straordinari musicisti». La loro melodia già ci manca.

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