Antonveneta, Brancher condannato a due anni

I giudici accolgono la richiesta del pm. L’ex ministro era imputato in un filone dell’inchiesta sulla tentata scalata: accusato di appropriazione indebita e ricettazione. L'avvocato: "Dimezzati i capi di imputazione, riteniamo che in appello anche questa parte residua possa essere risolta"

Antonveneta, Brancher condannato a due anni

Milano - L’ex ministro Aldo Brancher è stato condannato a due anni di reclusione e 4mila euro di multa nel processo con rito abbreviato per un filone dell’inchiesta sulla tentata scalata ad Antoveneta da parte di Bpi. I giudici hanno accolto praticamente in toto la richiesta del pm di Milano, Eugenio Fusco: due anni di reclusione e 6mila euro di multa. Brancher era accusato di appropriazione indebita per una cifra di poco più di 400 mila euro e di ricettazione per altri 600 mila euro ricevuti in contanti dall’ex ad di Bpi Gianpiero Fiorani o da qualche suo collaboratore tra il 2001 e il 2005.

I capiti di imputazione L’ex ministro Brancher è stato assolto da due dei quattro episodi di ricettazione che gli sono stati contestati, ed è stato condannato anche per i due episodi di appropriazione indebita. La posizione della moglie, Luana Magnezzo, accusata anche lei di appropriazione indebita in concorso con il marito, è stata stralciata e gli atti sono stati trasmessi a Lodi in quanto il giudice Anna Maria Gatto ha ritenuto il tribunale di Milano incompetente. "Sono stati dimezzati i capi di imputazione - ha affermato l’avvocato Filippo Dinacci, difensore di Brancher insieme al collega Pier Maria Corto - il processo si fonda su tre gradi di giudizio e riteniamo che in appello anche questa parte residua possa essere risolta".

Imputata anche la moglie Insieme all’ex ministro è imputata anche la moglie, ma solo per appropriazione indebita in concorso con il marito. Riguardo la posizione della donna, i difensori, gli avvocati Pier Maria Corso e Filippo Dinacci, hanno sollevato una questione di incompetenza territoriale sulla quale il giudice Anna Maria Gatto, davanti al quale si sta svolgendo il processo con rito abbreviato, dovrà esprimersi. Ora la parola passerà al legale di parte civile, cioè di Banca Popolare Italiana. Poi parleranno le difese e infine il giudice entrerà in camera di consiglio per emettere la sentenza.

La replica di Brancher L’ex ministro non è venuto in aula al processo anche per "tutelare da indebite divulgazioni" la sua famiglia. Brancher ha depositato una lettera al giudice della Quinta sezione penale del Tribunale all’apertura del processo con rito abbreviato. Come ha riassunto uno dei suoi difensori, l’avvocato Filippo Dinacci, l’ex ministro ha chiesto al tribunale di "comprendere la sua assenza".

"Avrebbe voluto essere presente per potersi difendere - ha detto - ma la situazione è tale che il costo per la sua famiglia sarebbe stato talmente elevato che ha preferito non essere in aula". All’udienza l’altro difensore, il professor Pier Maria Corso, ha chiesto l’assoluzione perchè il fatto non sussiste e in subordine per non aver commesso il fatto.

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