Anziana ottiene l’invalidità civile tre anni dopo la sua morte

A fine agosto è stata convocata per la visita

Ci sono casi in cui la disorganizzazione cronica della sanità laziale procede a braccetto con l’irresponsabilità e la totale mancanza di delicatezza, giusto per non chiamare in causa il buon gusto. Lo testimonia in maniera fin troppo evidente la storia che ha visto come protagonista I. B., un’anziana deceduta tre anni fa. Viveva ai Colli Portuensi e, in quanto malata, nel 2005 aveva chiesto di ottenere l’invalidità civile. L’attesa, con il passare dei giorni prima e delle settimane poi, era diventata silenzio e la latitanza si era trasformata in rassegnazione: l’Asl Roma D non si era presa la briga di risponderle, di darle un cenno qualsiasi. Almeno fino a quando lei era in vita; addirittura fino alla settimana scorsa, tre anni dopo la sua domanda d’assistenza. Un’enormità. I familiari della signora, che sono andati a vivere nella sua casa, hanno aperto la cassetta della posta e, con sommo stupore, si sono trovati di fronte la lettera di convocazione per una visita medica collegiale. Colti da una fitta dolore che, in un attimo, si è trasformato in rabbia. Il Codici, che ha portato alla luce l’intera vicenda, è insorto: «Questa storia è assurda - ha commentato il segretario nazionale Ivano Giacomelli - è l’ennesima dimostrazione che il nostro sistema sanitario è disorganizzato e poco attento». A tal proposito è stato chiesto al commissario Marrazzo di avviare un’ispezione che verifichi la regolarità di funzionamento del servizio; inoltre, l’associazione ha chiesto di avere accesso agli atti della Asl per capire come sia stato possibile un simile episodio. Stranezze di questo tipo, in verità, non sono nuove nei corridoi delle aziende sanitarie capitoline.

Il 9 luglio, sulle colonne di questo giornale, abbiamo raccontato la storia della commissione per le invalidità del II distretto della Asl Roma B, che per i colloqui medici convocava gli anziani a orari improbabili, mezzogiorno o le tre del pomeriggio, mentre all’esterno imperversava un caldo insopportabile. E, contemporaneamente, sul proprio sito internet sconsigliava caldamente di uscire dalla propria abitazione in quelle fasce orarie.

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