Un furto finito male: la vittima sorprende i rapinatori e questi, spaventati, la uccidono. Se questa, che per ora è solo lipotesi più accreditata dagli investigatori della capitale, venisse confermata dal prosieguo delle indagini, ci troveremmo di fronte a un episodio di violenza figlio del degrado e della miseria più estremi: la vittima, Emilia Stoppioni, nata nel 1927, vedova da tempo, viveva sola nellappartamento al piano terra di uno stabile a due piani di via della Moschea, a Roma. Sopravviveva di elemosina, racimolando cibo e vestiti da passanti o addirittura nei cassonetti. Viveva sola: ogni tanto una conoscente la andava a trovare per farle un po di compagnia.
La donna è stata trovata ieri esanime sul pavimento della camera da pranzo, con evidenti lesioni al collo da strangolamento: larma del delitto, con ogni probabilità, un filo di nylon. Lappartamento dellanziana era a soqquadro: mobili rovesciati, cassetti aperti e il contenuto sparpagliato per terra. Soprattutto per lo stato di indigenza evidente in cui viveva la donna i carabinieri al momento non hanno escluso altre piste.
Il decesso secondo il primo esame del medico legale risalirebbe alla notte tra giovedì e venerdì scorso, al più tardi alla sera di giovedì: i carabinieri sono ora in attesa del figlio, che vive in provincia di Latina, per sapere da lui qualche particolare in più sulle abitudini della donna e stabilire il momento dellultimo contatto tra i due.
A lanciare lallarme sono stati alcuni conoscenti che oggi erano andati a trovare lanziana e che hanno a lungo suonato il campanello. La casa è isolata, niente vicini, e nessuno sembra avere sentito niente.
Gli ultimi ad averla vista ancora viva potrebbero essere alcuni venditori del mercato rionale non lontano dallabitazione dell anziana che le avrebbero regalato giovedì allora di pranzo, un po di pizza e della frutta. Pizza e frutta che sono stati ritrovati ancora sul tavolo. Un particolare che fa ritenere valida la supposizione del medico legale che la donna sia stata uccisa più o meno 48 ore fa.
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