Anziano morto in ospedale: dieci chirurghi a processo

Un 80enne ricoverato per problemi neurologici a Bollate, è rimasto in agonia per due mesi prima di morire a causa di una concatenazione di complicanze originatesi da un’ustione causatagli dal calorifero del bagno dell’ospedale. Ieri, per la morte di E. L., avvenuta il 20 febbraio 2008, dieci chirurghi sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di cooperazione in omicidio colposo. Altri due medici sono stati prosciolti, così come due infermieri.
Il rinvio a giudizio è stato disposto dal giudice per l’udienza preliminare Gaetano Brusa su richiesta del pubblico ministero Francesca Celle. In base a quanto ricostruito dall’accusa attraverso una cnsulenza tecnica, l’agonia dell’80enne ha preso il via da una caduta accidentale nel bagno dell’ospedale. Era il 27 dicembre 2007 e intorno alle 21 E. L. si è alzato dal suo letto, ha raggiunto il bagno ed è caduto, andando a sbattere contro il calorifero. Nessuno lo ha visto, né sentito e l’anziano è rimasto per tutta la notte a terra, contro il termosifone prima di essere trovato. Il prolungato contatto della pelle con il calorifero gli ha provocato una grave ustione al fianco e al cavo ascellare, che è stato necessario operare chirurgicamente. Tuttavia, le sue condizioni sono comunque andate via via peggiorando. Mentre era ancora ricoverato nel reparto di Chirurgia di Bollate, dopo una serie di accertamenti per i suoi problemi neurologici in un altro ospedale, E. L. ha cominciato a manifestare i sintomi di un’insufficienza renale, ma nessuno dei chirurghi che lo hanno visitato in quel periodo l’ha diagnosticata. Finché l’80enne, il 20 febbraio 2008, è morto senza mai uscire dall’ospedale.


Di qui la querela dei famiglia, che si è costituita parte civile, e l’inchiesta della procura per cooperazione in omicidio colposo nei confronti di tutti i medici che in quel periodo hanno avuto in cura il paziente. Il processo comincerà il 21 giugno davanti al giudice monocratico della quinta sezione penale.

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