Smentito il Corriere della Sera. «Tommaso Di Lernia non ha mai dichiarato di aver intrattenuto rapporti con Altero Matteoli e tantomeno lo ha mai accusato». Lo dichiarano i difensori dellimprenditore, ancora agli arresti domiciliari per finanziamento illecito ai partiti (avrebbe pagato la barca di Marco Milanese, il deputato del Pdl ed ex braccio destro del ministro dellEconomia Giulio Tremonti). Natale Terri e Mario Murano precisano le notizie apparse oggi su alcuni quotidiani riguardo il contenuto di alcuni interrogatori dellimprenditore davanti al pm di Roma, Paolo Ielo.
«Di Lernia negli interrogatori resi agli inquirenti - hanno aggiunto i due legali - ha solamente indicato quelli che erano i riferimenti politici di una serie di consiglieri di amministrazione di aziende a capitale pubblico. A nostro parere, quindi, gli organi di informazione potrebbero aver fatto un po di confusione».
Nellarticolo del Corriere il ministro veniva indicato come «il politico di riferimento per le imprese che operano su Venezia». Gli interrogatori resi da Di Lernia al pm Ielo vengono citati con dovizia di particolari e ricostruiti passo passo. Oltre a Matteoli viene citato anche lex ministro per lAttuazione del federalismo, Aldo Brancher, e altri due esponenti politici del Pdl, uno per gli appalti di Milano e uno per i lavori da assegnare allaeroporto di Palermo.
In più limprenditore avrebbe fatto il nome anche di un parlamentare dellUdc, il partito di Peri Ferdinando Casini. Ricostruzione a questo punto messa in dubbio dagli stessi legali di Di Lernia che smentiscono che il loro assistito abbia mai fatto riferimenti a Matteoli durante gli interrogatori resi alla Procura di Roma.
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