Napoli - Il cardinale Crescenzio Sepe conferma la sua fiducia nella magistratura e assicura di voler "parlare presto" alla città. Un cronista gli ha chiesto se avesse fiducia nella magistratura: "Certo", ha risposto. A chi gli ha chiesto di rivolgersi alla città per commentare gli sviluppi dell'inchiesta, Sepe ha concluso: "Parlerò presto". "La verità viene sempre fuori", ha detto Sepe lasciando la chiesa di Sant'Onofrio dei Vecchi, dove stamattina ha celebrato la messa domenicale. Ai giornalisti che lo hanno incalzato seguendolo per tutto il percorso d'uscita, ha spiegato: "Bisogna avere fede e fiducia e la verità viene fuori". A chi gli chiedeva se fosse tranquillo ha risposto: "Sì, assolutamente, totalmente".
"Dopo il calvario c'è la resurrezione" "Non abbiate paura, siate fieri e coerenti di fronte all'identità dei cristiani, anche nel momento della sofferenza, perché dopo quel calvario ci sarà la luce della resurrezione". E' questo il messaggio affidato all'omelia domenicale del cardinale Crescenzio Sepe, che ha celebrato la messa nella chiesa di Sant'Onofrio dei Vecchi in corso Umberto a Napoli. Sono le prime parole pronunciate in pubblico dall'arcivescovo dopo la notizia dell'avviso di garanzia per corruzione emesso nei suoi confronti dalla procura di Perugia. "Quanti martiri ci sono, anche oggi, che in nome della verità e in nome di Cristo rimangono fedeli al suo Vangelo, che vengono torturati, che vengono umiliati e disprezzati. Ma noi che possediamo il Signore, noi che siamo coerenti con la nostra fede non dobbiamo aver paura". E' uno dei passaggi dell'omelia. "Ricordate il grido del grande papa Giovanni Paolo II? 'Non abbiate paura', nonostante queste correnti contro, quelli che tentano di mortificare la fede, quelli che tentano un po' di emarginarla, di sopprimervi, di oscurare la testimonianza dei cristiani, non abbiate paura", ha detto Sepe che, come sempre, ha parlato a braccio sulla base di qualche appunto scritto in precedenza.
Applauso dei fedeli al cardinale Crescenzio Sepe, alla fine della messa . Dopo la benedizione finale, l'arcivescovo si è avvicinato ai banchi per stringere le mani a molte delle persone presenti.
Pronto a parlare con i pm Il cardinale conferma di essere disponibile ad essere ascoltato dai magistrati di Perugia: è l'indicazione che trapela dal suo staff. Nessun ricorso, dunque, a questioni procedurali legate al possesso da parte dell'arcivescovo di un passaporto diplomatico. Secondo lo staff non c'é ancora una data fissata per l'interrogatorio, in ogni caso il mutato status giuridico di Sepe - passato nelle ultime ore da persona informata dei fatti a indagato - non ha inciso sulla volontà del cardinale di "chiarire tutto" ai pm. I suoi più stretti collaboratori, che lo hanno incontrato, confermano "l'assoluta serenità" di Sepe legata alla consapevolezza di "aver sempre agito rettamente e secondo coscienza".
Frattini: riespetto per presunzione d'innocenza "Noi guardiamo con rispetto a tutte le indagini, ma anche al diritto degli indagati alla presunzione di innocenza". Così, intervenendo al convegno della fondazione Liberamente, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha commentato gli sviluppi dell'inchiesta sul G8 a Perugia. "Un tema che fu posto da Berlusconi quando annunciò la sua rivoluzione liberale nel 1994 - ha concluso Frattini - è l'etica e la morale nella politica e questo non lo dobbiamo dimenticare".
Il Vaticano: collaborazione nel quadro del Concordato Il Vaticano esprime la sua solidarietà e stima al cardinale Crescenzio Sepe, auspica che tutte le ombre sulla sua persona e sulle istituzioni ecclesiastiche siano "pienamente " e "rapidamente" eliminate e promette che il porporato di Napoli collaborerà con la magistratura italiana, "naturalmente" in un quadro di "corretti rapporti" procedurali e giurisdizionali tra i due Stati. Ovvero il porporato, arcivescovo di Napoli e già prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli, ex Propaganda Fide, sarà disponibile per i magistrati che conducono l'inchiesta sugli appalti e che lo stanno indagando per corruzione, ma solo nel quadro delineato dalle intese concordatarie. Mette i puntini sulle "i" la Santa Sede che pure nei giorni scorsi aveva dichiarato piena fiducia nella magistratura italiana. "Anzitutto - ha detto padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, in una dichiarazione alla Radio Vaticana diffusa anche in Sala Stampa - desidero dire una parola di stima e di solidarietà per il cardinale Sepe, in questo momento difficile". "Il cardinale Sepe è una persona che ha lavorato e lavora per la Chiesa e per il popolo che gli è affidato in modo intenso e generoso, e ha diritto ad essere rispettato e stimato", ha aggiunto. "Poi - ha proseguito - naturalmente auspichiamo tutti e abbiamo fiducia che la situazione venga chiarita pienamente e rapidamente, così da eliminare ombre, sia sulla sua persona, sia su istituzioni ecclesiali". "Il cardinale Sepe , come ha già detto egli stesso, collaborerà ovviamente per parte sua a questo chiarimento", ha ricordato Lombardi.
"Naturalmente - ha sottolineato nel passaggio chiave ai fini dell'inchiesta - bisognerà tenere conto degli aspetti procedurali e dei profili giurisdizionali impliciti nei corretti rapporti tra Santa Sede e Italia, che siano eventualmente connessi a questa vicenda".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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