Cronache

Appello all’Unesco per le ex colonie fasciste

Appello all’Unesco per le ex colonie fasciste

Un appello all'Unesco per salvare la Colonia Fara di Chiavari. Ma la lista delle ex colonie fasciste è lunga e diventa oggetto d'una mozione firmata dal gruppo regionale di An. La richiesta alla Regione Liguria è di prendere sotto tutela le ex colonie del Ventennio attraverso la definizione di un programma di valorizzazione. Che significa partire dai piani territoriale e provinciali. Ma non solo. La proposta include la segnalazione all'Unesco della ex Colonia marina «Gustavo Fara», per salvaguardarla come patrimonio artistico e culturale dell'umanità. Una struttura oggi degradata che insiste su un sito di pregio e che ha fatto il giro del mondo come mirabile testimonianza dell'architettura razionalista italiana degli anni Trenta.
«È giusto e doveroso salvare le ex colonie fasciste che versano per lo più in estremo degrado restituendole ad una funzione di pubblica utilità e sottraendole ad eventuali speculazioni immobiliari - insite il capogruppo Gianni Plinio -. Per sessant'anni sono state abbandonate perché considerate contaminate dal peccato originale d'essere state edificate nel Ventennio, proprio quando il regime le considerava strumento di prevenzione per la gioventù meno abbiente».
E il discorso s'allarga a macchia d'olio su tutto il territorio. Perché accanto alle colonie sul mare come la Fara, la Pirelli di Pietra Ligure o la 9 Maggio di Marinella di Sarzana, ci sono quelle tirate su in montagna o nell'entroterra. La colonia di Rovegno o la «Rinaldo Piaggio» di Santo Stefano D'Aveto e la Montemaggio di Savignone.
Pezzi di storia e d'architettura appetibili, sia per la posizione che per la struttura intrinseca. An sottolinea la bontà del riuscire, da parte della Regione, a dare vita ad un piano di recupero d'un patrimonio, «dilapidato nel tempo, inserendolo in progetti volti a realizzare punti di aggregazione, sedi di servizi e strutture ricreative. Per restituire alle colonie quella vocazione eminentemente sociale per cui furono create». In quest'ottica l'appello urgente all'Unesco «perché ponga la Fara sotto tutela - ribadisce Plinio -.

Sarebbe bello se, grazie all'opera congiunta di Regione, Unesco e Unione Europea, potesse ospitare un ufficio comunitario, o una sezione decentrata dell'agenzia per la Sicurezza Marittima, o perché no, qualche università internazionale».

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