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Appello dell'Europa dell'Est a Obama: l'America non ci tradisca

In una lunga lettera firmata tra gli altri dall'ex presidente polacco Walesa e da quello ceco Havel si invita la Casa Bianca a trattare con Mosca da posizioni più decise

Appello dell'Europa dell'Est a Obama: l'America non ci tradisca

Attenzione al Cremlino: in una lettera senza precedenti al capo della Casa Bianca, alcune autorevoli personalità dell'Europa orientale fanno appello al presidente Barack Obama perchè dia più importanza ai rapporti con i Paesi dell'Europa centro-orientale e a pensarci bene prima di abbandonare il progetto dello scudo antimissile.
La lettera aperta, uscita in contemporanea nelle capitali interessate, è firmata dagli ex presidenti Lech Walesa e Aleksander Kwasniewski (Polonia), Vaclav Havel (Repubblica Ceca), Valdas Adamkus (Lituania), Emil Constantinescu (Romania), Michail Kovacs (Slovacchia) e Vaira Vike-Freiberg (Lettonia). A loro giudizio, scrivono, una rinuncia al progetto dello scudo spaziale indebolirebbe la credibilità dell'amministrazione Obama.
Gli ex presidenti ammoniscono che gli Usa non dovrebbero scordarsi dell'Europa centrale mentre sono impegnati a cercare di «resettare» le relazioni con la Russia. «La nostra esperienza ci insegna che una politica più decisa e fondata sui valori verso Mosca non solo rafforzerà la sicurezza dell'Occidente ma farà anche sì che Mosca sia più propensa a cooperare», scrivono i firmatari dell'appello che dovrebbe essere consegnato oggi a Washington dal politologo vicino al Partito democratico, Ron Asmusen. Secondo gli ex presidenti, la sorte dello scudo antimissile Usa voluto a suo tempo da George W. Bush (con basi da costruire in Polonia e Repubblica Ceca) è diventata «il simbolo della credibilità dell'America».
Non mancano le critiche all'atteggiamento della Nato, l'alleanza militare di cui tutti questi Paesi sono entrati a far parte cercando una garanzia certa dalla storica aggressività russa verso l'Europa orientale. Le politiche dell'Alleanza Atlantica, scrivono i firmatari della lettera-appello a Obama, sono diventate indifferenti alle aspettative dell'Europa orientale rispetto a una Russia «revisionista». «Abbiamo l'impressione che la politica statunitense sia tale che molti funzionari americani credono che la nostra regione sia stata sistemata e che loro debbano muoversi verso fini più strategici. Ma questa visione è prematura», scrivono. «La Nato ci sembra più debole rispetto a quando noi siamo entrati», dicono, sottolineando come l'organizzazione sia sembrata indifferente alla guerra del 2008 in Russia contro la Georgia. E ancora: «Molti Paesi si sono sentiti disturbati nel vedere la NATO che stava a guardare mentre la Russia violava i principi del Final Act di Helsinky e la Carta di Parigi, tutto nel nome della difesa della sua sfera di influenza».


Nelle tre pagine di lettera, si accusa la Russia di essere un Paese che segue un'agenda da 19° secolo con tattiche e metodi da 21°, nonostante si dicano contenti dei nuovi rapporti tra Russia e Stati Uniti.

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