Esponete la Madonnina in piazza. Comunità ebraica e centri islamici sono d'accordo: «È il simbolo di Milano, è giusto che sia esposto». Non sono stati facili di recente i rapporti fra i vertici delle comunità che rappresentano ebrei e musulmani milanesi. Ma sul caso della Madonnina «sfrattata» da piazzetta Reale la posizione è simile. Anzi, praticamente un coro, e diventa una sorta di appello affinché la copia della statua, venerata dai credenti e amata da tutti i milanesi, sia collocata senza problemi là dove avrebbe dovuto andare secondo i piani.
Ieri sulla questione è intervenuto il sindaco, Giuliano Pisapia. Ha smentito che il Comune abbia dato un parere negativo all'esposizione: «Una vera e propria falsità» ha scritto. Per il primo cittadino la questione è stata creata da «chi si sente in campagna elettorale permanente e cerca di fare polemica su qualunque argomento». Pisapia ha anche ammesso però che il problema è la collocazione dell'opera nei 6 mesi di Expo. «Il tema, sollevato dalla Soprintendenza dei Beni architettonici e paesaggistici, su cui si sta discutendo - ha spiegato - riguarda esclusivamente il luogo della collocazione dell'opera, che è cosa ben diversa dal divieto di esporre la copia di quello che certamente è uno dei simboli più importanti di Milano».
La Veneranda Fabbrica del Duomo avrebbe voluto esporre la Madonnina nella piazzetta di fronte a Palazzo Reale, mentre Palazzo Marino non ritiene idonea quella collocazione e preferirebbe la vicina piazza Fontana, non gradita alla Veneranda Fabbrica che allora avrebbe deciso di posizionare la statua all'interno del Duomo. Il Comune d'altra parte era in linea con la Sovrintendenza, per la quale la statua è troppo alta e «romperebbe il fronte architettonico» di Palazzo Reale. In più l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno ha spiegato che la questione sta nel rischio che si crei disordine tra le file di visitatori e turisti dirette alle varie mostre e iniziative previste per l'Expo. L'impressione diffusa, comunque, è che il parere tecnico abbia avvalorato la posizione di coloro che mal digerivano il progetto, probabilmente per un malinteso senso di «laicità» o di «rispetto» verso le altre religioni presenti in città.
Se fosse questa la vera ragione del diniego, tuttavia, i principali esponenti delle comunità religiose escludono assolutamente che il progetto avrebbe rappresentanto, anche lontanamente, un problema. Anzi, il presidente della comunità ebraica Walker Meghnagi va molto oltre: «L'Italia è un paese democratico e laico e c'è paura di un simbolo come la Madonnina? È paradossale. Questi passi indietro sono nocivi. Piazza Duomo è uno dei centri della cristianità e vengono da tutto il mondo per vedere il Duomo, non capisco quale problema potrebbe esserci, anzi nell'anno dell'Expo poteva essere una bella idea». «Disturbo? Io sono ebreo e ho fatto l'asilo dalle suore Marcelline, i migliori amici di mio padre erano due musulmani. Figuriamoci se mi pongo questi problemi. Noi infatti siamo favorevoli anche alla moschea di Milano. La libertà religiosa è anche orgoglio dei propri simboli». D'accordo anche Davide Piccardo, coordinatore dell'associazione dei centri islamici milanesi: «Problemi? Assolutamente no. La Madonnina è un simbolo della città di Milano, intanto. Poi è un simbolo religioso verso il quale abbiamo grande rispetto.
Oltretutto nell'islam la figura di Maria è molto rispettata e considerata. Non si può dire venerata perché la nostra religione venera solo Dio, ma c'è un'intera Sura del Corano dedicata a Maria. E anche un nostro centro, quello di Cascina Gobba, si chiama Moschea di Maria».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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