Appello del Pontefice ai leader islamici: «Basta persecuzioni nel nome di Dio»

Roma Si è concluso ieri sera a Roma, dopo tre giorni di lavori, il primo seminario del forum cattolico-musulmano al quale hanno partecipato esponenti del mondo islamico moderato. Un dibattito franco, non di facciata, nato dalla lettera inviata al Papa dai 138 teologi musulmani dopo le polemiche sorte con il famoso discorso di Ratisbona. Nella «seduta pubblica» che si è svolta ieri alla Gregoriana è stata letta la dichiarazione comune che ha concluso i lavori del forum, composto da circa trenta delegati per parte. Tra i punti più significativi c’è l’impegno a «esplorare la possibilità di stabilire un comitato permanente cattolico-musulmano per coordinare le risposte ai conflitti e altre situazioni di emergenza» e a incontrarsi nuovamente entro due anni in un Paese a maggioranza islamica. Il testo afferma la necessità di agire sulla finanza per renderla etica e sull’educazione dei giovani per renderli consci della propria identità religiosa e aperti a quella degli altri, oltre a ribadire la difesa della vita e dei diritti. Altri punti sottoscritti: la persona umana per cattolici e musulmani è «maschio e femmina» e dunque la donna non va discriminata; le minoranze religiose vanno protette e rispettate. E soprattutto cattolici e musulmani rinunciano a «oppressione, violenza aggressiva e terrorismo».


Ieri mattina i partecipanti al forum sono stati ricevuti in udienza da Benedetto XVI, che ha difeso la libertà di coscienza e religione: «La discriminazione e la violenza che ancora oggi i credenti sperimentano in tutto il mondo - ha detto il Papa - e le persecuzioni spesso violente di cui sono oggetto sono atti inaccettabili e ingiustificabili, tanto più gravi e deplorevoli quando vengono compiuti nel nome di Dio».

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