Apprendistato e alta formazione: firmato l’accordo

All’accordo si è lavorato a lungo. E alla fine dai tre sindacati confederali è arrivato il sì a un meccanismo - l’apprendistato - previsto dalla legge Biagi.
Che stavolta sarà applicato però al livello dell’alta formazione: a sperimentarlo potrebbero essere infatti i giovani che - ad esempio - hanno conseguito una laurea triennale, non vogliono iscriversi alla specialistica (il cosiddetto +2) ma preferiscono seguire gli studi con un percorso più «pratico», legato cioè al mondo del lavoro.
L’intesa è stata promossa da Assolombarda. In base al piano firmato con Cgil, Cisl e Uil saranno avviati tre percorsi di «alta formazione universitaria in apprendistato». Gli studenti alterneranno per diversi mesi ore di lezione all’esperienza in azienda. Le stesse aziende si impegneranno a trovare dei locali per far svolgere degli approfondimenti e metteranno a disposizione dei ragazzi l’esperienza dei loro tecnici. La speranza è poi che al termine del periodo possano venire assunti da chi ha contribuito a formali.
«Lo scopo della sperimentazione sarà quello di superare le attuali divisioni che vedono prima il conseguimento di un titolo di studio e poi l'ingresso nel mondo del lavoro», spiegano ad Assolombarda. Un'opportunità per i giovani che potranno usufruire, nel corso dei primi anni di lavoro, di un percorso formativo particolarmente ampio, progettato da università e parti sociali di comune accordo. Il progetto formativo varrà comunque riconosciuto allo studente come «master di primo livello» con il riconoscimento dei relativi crediti.

Sono tre i progetti presentati alla Regione: un master in Gestione aziendale» voluto dal Politecnico e dal Consorzio Mip; un secondo master in Architetture software service-oriented in Java e.NET presentato da Politecnico e Consorzio Cefriel e infine un master universitario in «Risorse umane e organizzazione: percorsi di alta formazione in apprendistato» presentato dall’università Cattolica-Istud.