Probabilmente non erano così tesi nemmeno all'esame di maturità. Si vede dagli sguardi, si sente dalla voce: sanno benissimo che qualsiasi gesto potrà essere usato pro o contro il loro successo. Quasi tutti sono solo ragazzi, che hanno da poco superato i vent'anni e perciò non hanno paura di avere sogni troppo grandi: voglio vincere un Oscar. Voglio diventare come Al Pacino. Voglio una parte in un film di Spielberg. Studenti o già impiegati, appena diplomati o impegnati ad aiutare mamma nel negozio di famiglia, oggi sono qui per tirare fuori la miglior proiezione di sé che hanno nel cassetto: quella del loro volto su un grande o un piccolo schermo, impegnati nella parte che gli aprirà le porte di Hollywood. Sono qui, alle selezioni della nuova scuola Actor's Academy, che sbarcherà a Milano a tarda primavera direttamente dagli States, grazie a un progetto di Edoardo Costa, attore, ex protagonista della soap Vivere e futuro co-protagonista di Die Hard 4, al fianco dell'amico Bruce Willis.
Non sono attori professionisti, anche se qualcuno di loro viene da qualche anno nel teatro. Tutti però sono appassionati di cinema. Tutti, a quanto pare sin dalla più tenera età, si addormentano sognando di lasciare un giorno il calco della mano sull'Hollywood Boulevard. Tutti sembrano belli o quantomeno molto attenti all'aspetto fisico: sia i ragazzi che le ragazze sanno bene che un attore deve mostrare il corpo e perciò niente maglioni o pantaloni ampi, ma muscoli o gambe in bella mostra. Tutti hanno preparato un brano, di solito tratto dal loro film preferito. «Ma tanti nei giorni scorsi hanno affrontato anche Shakespeare. Ricordo una biondina, eterea, sottile, una Giulietta perfetta» commenta Elena Flauto, giudice alle selezioni che trasformeranno questi ragazzi in studenti del leggendario metodo Strasberg-Stanislavskij e anche futura responsabile della scuola. Li fa sedere di fronte a sé, cerca di sciogliere la tensione con un breve colloquio e poi propone una lettura a sorpresa di un monologo o di una poesia, per misurare la capacità di improvvisazione. «Fanno tenerezza, ma sono anche molto determinati. Per questo la scuola sta scegliendo per loro gli insegnanti migliori, alcuni dei quali anche italiani, come Roberto Pedicini, uno dei re del doppiaggio in Italia, la voce di Kevin Spacey e Bruce Willis. Fino ad oggi abbiamo avuto oltre 700 richieste. Quando arrivano qui, sembrano disposti a tutto. E ci mettono passione: quando piangono durante il provino si tratta di lacrime vere». Come quelle di Luigi, 22 anni, alto, biondo, mascella volitiva, che attualmente si occupa di eventi in un'agenzia specializzata: porta un brano dalla Lista di Schindler, quello in cui Liam Neeson si commuove fino al pianto al pensiero di quanti altri ebrei avrebbe potuto salvare dalla deportazione. Il monologo inizia con tono pacato, la gestualità è calibrata, la voce ha un leggero accento, che la scuola senz'altro saprà correggere.
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