GerusalemmeL'attacco a obiettivi israeliani è arrivato dalla Striscia di Gaza. Ma questa volta non si è trattato di razzi. Ieri mattina, un gruppo di hacker - «The Gaza Hackers» - ha bloccato per diverse ore il sito dei vigili del fuoco israeliani: «Siamo entrati nel vostro sito, e continueremo a farlo finché non soffrirete - era scritto su uno sfondo nero -. Morte a Israele». Sul sito è stata anche pubblicata una fotografia del vice ministro degli Esteri israeliano, Danny Ayalon, con impronte di piedi sulla faccia. La settimana scorsa, il ministro aveva parlato di «terrorismo» riferendosi a un attacco cibernetico portato a termine da un hacker saudita e aveva detto che Israele risponderà a simili azioni virtuali nella stessa maniera in cui risponde ad attentati. Due giorni dopo, la pagina web del ministro era stata bloccata.
Nelle scorse settimane, Israele è stato al centro di un confronto cibernetico in cui due hacker (il primo si definisce saudita, il secondo israeliano) hanno messo online i dettagli di migliaia di carte di credito prima israeliane poi saudite. Gli ultimi eventi hanno preoccupato l'establishment della sicurezza israeliano e fatto pensare alla reale possibilità che il futuro del Medio Oriente possa riservare spazio a una guerra cibernetica.
Il 3 gennaio, Group-XP, gruppo saudita, ha messo online i presunti dettagli di decine di migliaia di carte di credito israeliane - il numero della carta, il nome e l'indirizzo e-mail dei titolari. OxOmar, che ha rivendicato l'atto online, ha suggerito di utilizzare i dati per acquisti sul web. Ha poi invitato hacker palestinesi a unirsi alla sua battaglia. Da Gaza uno dei portavoci di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha lodato l'azione definendola «un atto creativo della gioventù araba». «Sarà così divertente vedere 400mila israeliani fare la fila davanti alle banche», ha scritto OxOmar. In realtà, la Banca centrale israeliana ha dichiarato che soltanto i dati di 15mila carte di credito sarebbero stati esposti. La maggior parte degli israeliani coinvolti ha trovato il proprio nome online, accanto a un falso numero di carta. Altri hanno invece trovato dettagli esatti di carte però scadute. Le tre maggiori compagnie di carte di credito israeliane hanno bloccato subito le carte in questione.
Secondo alcuni giornali israeliani, dietro agli attacchi cibernetici sauditi ci sarebbe uno studente di 19 anni degli Emirati Arabi residente in Messico. La risposta alle sue azioni è arrivata da Israele martedì, quando un hacker israeliano, forse un soldato - che per aumentare la confusione si è firmato OxOmer - Omer Cohen, ha messo online per rappresaglia i dettagli di circa 200 carte di credito saudite, minacciando nuove azioni. Almeno due cittadini sauditi hanno confermato alla France Press che i dati delle proprie carte erano stati esposti.
In Israele, dove il capo di Stato maggiore ha parlato di «un teatro critico», la preoccupazione per attacchi cibernetici a sfondo politico da parte di nazioni ostili è reale: il timore è che le tensioni regionali, con l'Iran nucleare per esempio, possano trasformarsi in azioni contro le reti di comunicazioni militari, quelle delle società elettriche, delle compagnie di telecomunicazioni.
Le autorità hanno chiesto agli hacker locali di rispettare la legge e di lasciare che l'esecutivo faccia fronte all'emergenza. «Così come il governo ha trovato risposte contro il terrorismo, troveremo risposte a questa nuova sfida», ha detto il vice ministro Ayalon.
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