«Stai zitta o ti ammazzo». Detto da due rapinatori col volto coperto fa impressione a una donna sequestrata nella sua casa e minacciata di morte. Scritto su un bigliettino di carta fatto vedere con insistenza incute, se possibile, ancor più terrore. Perché significa che i malviventi sono esperti, professionisti del mestiere, pronti a tutto, accorti al punto di non tradire neppure la loro origine, parlando liberamente. È quanto accaduto mercoledì sera, quando peraltro le pagine genovesi del Giornale di Genova erano già in stampa, in un appartamento residenziale di via Albaro. Una donna, moglie del proprietario di un noto stabilimento balneare cittadino, è stata aggredita e sorpresa mentre stava rincasando. I banditi sono entrati in azione nel garage dello stabile. Pistola alla mano, hanno costretto la donna a salire in casa e ad aprire una delle due cassaforti, poi phanno legata a una sedia e imbavagliata con del nastro adesivo.
Il blitz sul quale indaga la squadra mobile della questura che ha già ascoltato alcuni vicini che hanno assistito alla fuga, fa tremare un intero quartiere. La notizia è rimbalzata immediatamente in tutta la zona, preoccupata soprattutto dalla tecnica da professionisti messa in atto.
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