Cronaca locale

Arcadia Fire visioni dal Canada

Capita sempre più raramente di incontrare una band originale nel sound, soprattutto in questi ultimi anni in cui è il revival a dominare le proposte come ad esempio per tutto il movimento new-new wave con una serie di band molto simili l’una all’altra.
Originalità ne hanno da vendere invece i canadesi Arcade Fire, proposta che via Rough Trade (etichetta di culto inglese) arriva questa sera per la prima volta in Italia in concerto al Transilvania Live (dalle 21 - ingresso 13 euro).
Il suono degli Arcade Fire (band tra le favorite da David Bowie e David Byrne) è l’incontro tra il vecchio e il nuovo, tra gli anni Settanta e i Novanta con una poetica sonora e dei testi che va oltre il già sentito, rimanendo in un ambito pop raffinatissimo e molto artistico. Definire il sound di questa band non è semplice, molti lo hanno identificato come art-rock, ovvero rock contaminato ed influenzato dall’arte, un po’ come era successo all’uscita di una band come i Sigur Ros, con cui gli Arcade Fire non hanno nulla da spartire, se non l’originalità della proposta.
I canadesi nati come band nel 2003 da una idea di Win Buttler e Régine Chassagne (a cui si unirono poi Richard Parry, Tim Kingsbury e William Butler, fratello minore di Win) rispecchiano a pieno quella voglia di andare oltre il concetto di rock, ingabbiando nelle loro tessiture sonore un bagaglio di influenze vastissime e visionarie che vengono reinterpretate e rivissute attraverso composizioni in cui i Talking Heads incontrano il deserto, in cui il Bowie più glam vaga nella nebbia della pianura inglese su un sottofondo folk, oppure dei Pulp che hanno abbandonato la vita londinese per rinchiudersi in una tenuta di campagna canadese, insomma qualcosa che davvero ha a che fare con le sensazioni che la musica riesce a regalare più che con il suono effettivo delle canzoni.
Quest’anno gli Arcade Fire hanno pubblicato anche in Europa il loro debutto Funeral, un disco di dieci canzoni la cui peculiarità è un romanticismo velato, una ricerca sperimentale astratta e sognante.
È davvero sorprendente il sound che gli Arcade Fire riescono a generare, qualcosa che va oltre una etichetta comune, ma che riesce allo stesso modo a far ballare come a far riflettere, merito di testi surreali ed intimi, uniti a ritmiche inusuali ma orecchiabili da subito, come succede anche per le particolari melodie vocali, un incrocio tra Win e Régine (lui e lei, che sono anche marito e moglie) particolare, che ricorda la scuola francese degli anni Sessanta come tecnica ed impressione.

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