Arcelor: azionisti in rivolta contro Severstal

Il 29% del capitale non vuole l’accordo con i russi. Ok di Bruxelles all’Opa Mittal

da Milano

Via libera dell’Unione europea all’Opa dell’indiana Mittal sulla francese Arcelor, che si è però difesa annunciando la fusione con la russa Severstal. Ma l’asse franco-russo non piace a una importante frangia di azionisti che protestano perché il management ha fatto le sue scelte senza interpellarli. La fronda è sostenuta, guarda caso, da Mittal e il suo advisor finanziario Goldman Sachs afferma di avere dalla sua parte almeno il 30% del capitale: basta il 20% per ottenere la convocazione dell’assemblea degli azionisti. In gioco c’è una fusione che darebbe al «boss» di Severstal, Alexei Mordashov, il 32,2% dell’intero colosso Severstal-Arcelor.
Gli azionisti ribelli hanno chiesto infatti la convocazione dell’assemblea, ma sembra che il vertice di Arcelor, guidato dall’ad Guy Dolle, stia pensando per ora a un’assise straordinaria (Dolle ha dovuto ammettere che la lettera rappresenta il 29% dei soci), da convocare dopo il 28 giugno, quando è già prevista una ordinaria in cui gli azionisti potrebbero votare a favore della fusione con i russi. In questo caso, ha sottolineato Dolle, l’assemblea straordinaria diventerebbe inutile. Insomma, si sta creando un braccio di ferro tra management e azionisti, o una parte di loro.
Se invece i soci respingeranno la fusione con Severstal, aprirebbero le porte all’offerta di Mittal, che ieri ha inviato ad Arcelor il proprio piano industriale nel tentativo di arrivare ad un accordo amichevole che le permetta di tagliar fuori i russi. In ogni caso Mittal tiene puntata l’arma dell’Opa ostile da 25,8 miliardi, più che mai minacciosa dopo il via libera europeo.

Mittal, in una intervista al quotidiano tedesco Die Welt, ha anche sostenuto che dalla fusione franco-indiana nascerebbe un gruppo globale, presente nei mercati emergenti, oltre che in Europa e Usa, mentre quella franco-russa sarebbe «troppo dipendente dalla domanda europea».

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