Arcelor dice sì, l’indiano Mittal re dell’acciaio

L’ultima offerta superiore di circa il 45% a quella iniziale

Alberto Toscano

da Parigi

La guerra dell’acciaio è finita a tarallucci e vino. È stato raggiunto ieri l’accordo che porta in mani anglo-indiane il gigante siderurgico franco-ispano-lussemburghese Arcelor, che non considera più «ostile» l’Offerta pubblica d’acquisto di gruppo Mittal steel sul proprio capitale. Sembrava un problema di principio e invece era soprattutto una questione di quattrini. Adesso, dopo cinque mesi di polemiche, talvolta furibonde, la cifra dell’Opa è stata definita con esattezza: 40,37 euro per azione Arcelor, circostanza che valuta il gruppo a 25,8 miliardi di euro. È una delle maggiori Opa di tutti i tempi. Dal canto suo, Arcelar dovrà pagare una penale di 130 milioni di euro al gigante siderurgico russo Severstal, con il quale i suoi massimi responsabili avevano raggiunto un accordo di «fidanzamento» proprio nell’ottica di sbarrare a Mittal steel la strada dell’Opa. Evidentemente ci si è accorti che il «cavaliere bianco», venuto dalla Russia, rischiava di rivelarsi assai più pericoloso del gruppo che aveva lanciato l’Opa. Così francesi, spagnoli e lussemburghesi hanno puntato sul negoziato con Mittal.
L’intero panorama siderurgico mondiale è ormai destinato a cambiare. Nasce un gruppo gigantesco, con capacità produttive difficili persino da immaginare: cento milioni di tonnellate d’acciaio all’anno, 55 miliardi di fatturato. Ieri pomeriggio si sono riuniti in Lussemburgo i diciotto membri del consiglio d’amministrazione di Arcelor, che hanno esaminato le due proposte sul tappeto: quella del gruppo controllato dalla famiglia britannica, di origine indiana, Mittal e appunto quella dei russi di Severstal (che era in realtà assai più di una semplice proposta, essendo già stato ufficializzato l’accordo che prevedeva l’ingresso russo nel capitale di Arcelor). L’aumento dell’Opa da parte dei Mittal e le molte perplessità sulle reali intenzioni di Severstal hanno fatto pendere la bilancia a favore dei primi. Il cda di Arcelor si è espresso all’unanimità per accettare la proposta dei 40,37 euro per azione, cifra superiore del 15% all’ultima quotazione di Borsa e addirittura del 45% all’iniziale proposta di Mittal, formulata in gennaio.
Quando sono state rese pubbliche le intenzioni di Lakshmi Mittal rispetto ad Arcelor, la reazione degli ambienti imprenditoriali francesi era stata molto negativa e tutti si erano orientati verso la creazione di una «pillola avvelenata» per far fallire l’Opa.
Il primo ministro Dominique de Villepin ha colto l’occasione per giustificare il cambiamento della legislazione francese in materia di scalate in Borsa, con la chiara intenzione di impedire le iniziative definite «ostili». Poi il quadro è cambiato e i ripetuti miglioramenti delle proposte di Mittal agli azionisti di Arcelor hanno convinto i responsabili di quest’ultimo gruppo. In Francia e in Lussemburgo si spera d’aver ottenuto sufficienti garanzie sul piano del mantenimento dei livelli occupazionali.


Inizialmente il governo di Parigi aveva accusato Mittal steel d’avere intenzioni pericolose in termini di riduzione dei posti di lavoro. Ora l’accordo è fatto e tutti hanno interesse a mostrarsi ottimisti. Compresi i russi di Severstal, che intascheranno 130 milioni di euro senza aver fatto alcun particolare sforzo.

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