da Milano
Per Mittal è stato il giorno della vittoria: dopo una accanita battaglia durata oltre cinque mesi, lOpa da 25,4 miliardi sulla concorrente Arcelor è andata in porto e oltre il 50% del capitale del gruppo franco-lussemburghese è sotto il suo controllo. La società creata dall'imprenditore indiano Lakshmi Mittal, ha annunciato ieri che «in funzione delle dichiarazioni effettuate dagli intermediari finanziari, l'apporto minimo (per lappunto la soglia del 50% ndr) è stato raggiunto». Il risultato definitivo dell'operazione è atteso per il 26 luglio.
Martedì scorso il numero uno mondiale dell'acciaio controllava solo il 14,11% del capitale ma aveva dichiarato del successo dell'operazione, dopo che era riuscito a convincere il management e il cda del gruppo europeo ad accettare le sue nuove offerte. Nessun ostacolo si può ora frapporre alle nozze con Arcelor che porteranno alla creazione di un colosso dalla produzione di 116 milioni di tonnellate, tre volte più della vicina concorrente Nippon Steeel. Il nuovo gruppo, che dal fatturato di 60 miliardi di euro e 320.000 dipendenti, avrà una quota del 10% di un mercato mondiale dell'acciaio che, secondo gli analisti, continua ad essere troppo frammentato.
Per ottenere il consenso degli azionisti di Arcelor, Mittal non solo ha portato la sua offerta iniziale di 18,6 miliardi a 25,4 miliardi ma ha anche fatto importanti concessioni sul fronte della governance. Al termine dell'operazione i soci di Arcelor deterranno il 50,6% del capitale e quelli di Mittal il 49,4%. Il 43% sarà in mano alla famiglia Mittal che rimarrà di gran lunga il principale azionista del nuovo gruppo.
Non tutti i problemi sono risolti, a cominciare dalla sorte di Dofasco, il gruppo canadese comprato all'inizio dell'anno da Arcelor e che Mittal aveva promesso di rivendere a Thyssenkrupp in caso di successo dell'Opa. Tutto a posto invece per quanto riguarda l'alleanza tra Arcelor e Nippon Steeel che Mittal ha accettato di proseguire e forse anche di rafforzare estendendola al Nord America.
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